Nella giornata di sabato u.s. è stato possibile visitare l’importante cantiere archeologico di Piazza Garibaldi. Al di là delle ipotesi fin qui avanzate circa la natura del manufatto: tempio romano sul modello di quello di Taureana (ma la Reggio romana era di gran lunga più importante) o mausoleo (ipotesi più accattivante non fosse altro che per le ricadute che ne deriverebbero sul piano storico e insieme mediatico) – scrive Stefano Iorfida, Presidente dell’Associazione Anassilaos – resta il lavoro di scavo fin qui condotto con perizia dall’archeologo addetto sotto la supervisione scientifica di Fabrizio Sudano, Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. Un lavoro reso possibile dalla sinergia di due istituzioni, il Comune di Reggio Calabria e la Soprintendenza, che hanno fin qui collaborato e reso anche possibile la fruibilità al pubblico degli scavi anche grazie alle due “finestrelle” aperte lungo la staccionata che circonda il cantiere che consentono di seguire giorno per giorno il lavoro di scavo. Va riconosciuta alla Soprintendenza la consapevolezza – e quindi il merito – che la conservazione e la tutela di ogni opera artistica e/o storica ricada alla fine sui cittadini e che essi debbano essere sensibilizzati e fatti partecipi, resi consapevoli che sotto i propri occhi si apre un mondo che, per quanto in apparenza possa apparire lontano nel tempo, è il sostrato, l’humus, sul quale essi sono cresciuti e sono divenuti quello che oggi sono. Per questa ragione l’apertura periodica del cantiere ai cittadini – pur con tutte le difficoltà derivanti dalla messa in sicurezza dello stesso cantiere – costituisce un fatto estremamente positivo che ci auguriamo possa essere ripetuto nel tempo con la partecipazione delle scuole dato che ai cittadini di domani dovremo quanto prima passare il testimone con l’auspicio che possano essere migliori di noi.
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