Un altro scivolone verso il basso, un altro “scippo” umiliante che offende storia e cultura della città. Responsabili tutti, con in testa amministrazione comunale e Scuola in tutte le sue articolazioni, responsabili di non essere riusciti ad elaborare una proposta alternativa a quella iniziale (Istituto comprensivo “Pagano” accorpato all’Omnicomprensivo “Vinci”) bocciata in partenza dalla Regione. Il consiglio provinciale, in assenza di emendamenti, ha approvato, infatti, il Piano di dimensionamento della rete scolastica e, per come abbondantemente previsto, ha smantellato lo storico istituto comprensivo “Antonio Pagano”. Dal prossimo anno gli alunni di Nicotera saranno aggregati al comprensivo di Rombiolo, mentre quelli di Joppolo andranno con Tropea. Per assurdo, l’Omnicomprensivo “Bruno Vinci” potrà, però, continuare a gestire quelli di Limbadi. Peggio di così non si poteva fare!
Sulla brutta vicenda interviene, con un’articolata nota, l’associazione “Difesa diritti del territorio” a cui parere <a determinare lo sfascio della scuola dell’obbligo nicoterese hanno giocato un ruolo determinante interessi di casta, mancato dialogo con la cittadinanza, ritardi nell’affrontare i problemi, mancanza di una visione chiara delle questioni portate sul tavolo del confronto. Gli amministratori, in sostanza, non hanno difeso il territorio. Sotto questo aspetto – prosegue il documento – il consigliere provinciale di Nicotera, che avrebbe dovuto essere protagonista in sede di consiglio provinciale, è apparso un leone confuso e disorientato. Stranamente, nella seduta del consiglio provinciale del 12 ottobre 2023 presenta, assieme ad altri sei colleghi, un emendamento al Piano di dimensionamento, ma, al momento del voto, abbandona l’aula assieme al suo gruppo facendo venir meno il numero legale; nella seduta del 9.11.2023 non si presenta e a quella di giovedì scorso, dopo aver partecipato al dibattito, abbandona l’aula consentendo l’approvazione del Piano. Giochi politici? Strategie personali a corto respiro? Adeguamento agli ordini di scuderia?>. Ma gli interrogativi sono anche altri. <Perché – si chiede il Dipartimento Scuola della Ddt – il sindaco Marasco ha accettato passivamente la bocciatura della proposta iniziale da parte della Regione limitandosi a confermare la scelta già fatta che prevedeva l’accorpamento del “Pagano” all’Omnicomprensivo “Vinci”? Perchè, comunque, di questa riconferma non c’è traccia negli atti della Provincia? Perchè non è stata elaborata una proposta alternativa quale avrebbe potuto essere quella di assegnare la dirigenza al “Pagano” aggregando allo stesso istituto gli alunni di Limbadi oppure quella di formare l’Omnicomprensivo con le sole scuole di Nicotera? Perchè non si è fatta leva sui criteri dettati dalla Regione per i comuni ad alto rischio mafioso? Contrariamente a quanto si legge in qualche documento della Provincia, non sono stati rispettati i criteri esplicitati nel decreto regionale n.336″023 che, per salvaguardare i territori periferici e interni svantaggiati a livello socio-economico-culturale e garantire a tutti gli studenti le medesime opportunità prevedono <preferibilmente, accorpamenti tra Istituzioni scolastiche appartenenti al medesimo Comune o Unione di Comuni>.
Tra l’altro <il decreto della giunta regionale n.336/2023 – continua la nota della Ddt – prevede che “ove l’assetto dell’Istituzione scolastica assuma carattere intercomunale, la riorganizzazione dovrà avvenire a valle di un processo concertativo fra i Comuni coinvolti e la Provincia che dovranno approvare all’unanimità il nuovo assetto proposto>. Perchè per Nicotera tutto questo non si è verificato consentendo al presidente L’Andolina di attuare un emendamento non condiviso? Perchè non si è tenuto in alcun conto che Nicotera, avendo già subìto tre scioglimenti consecutivi del consiglio comunale per condizionamenti mafiosi e con il rischio di un quarto scioglimento stante la presenza a palazzo Convento della commissione d’accesso agli atti, non può subire la disarticolazione delle proprie scuole?>. Tutti questi perché, probabilmente, sono destinati a rimanere senza risposte e le conseguenze dello smantellamento del “Pagano” ricadranno soprattutto su famiglie, docenti e personale Ata il cui futuro diventa improvvisamente incerto. Gli organici del “Pagano”, infatti, ora transiteranno in quelli dell’ic di Rombiolo dove sarà fatta una graduatoria interna di docenti e personale Ata. Più di un docente potrebbe finire in soprannumero ed essere costretto a uscire fuori dal comprensorio, ma la situazione non è rosea, in particolare, per il personale Ata per il quale, con ogni probabilità, si registrerà una perdita di posti. Disagi in arrivo anche per i genitori che per qualsiasi necessità saranno costretti a raggiungere Rombiolo.
Resta un ultimo interrogativo: si può fare ancora qualcosa per arginare i disastri provocati da questa sorta di “distrazione di massa”? Probabimente, sì. La Regione avrebbe già chiuso le porte ad ogni ipotesi di modifica. Resterebbe la via del ricorso al Tar. Anche se Consiglio di Stato e Corte Costituzionale hanno già bocciato tutti i ricorsi presentati da numerose Regioni, le speranze di ottenere qualche risultato concreto non sarebbe poche. Nel nostro caso, infatti, non si tratterebbe di contestare i tagli previsti dal governo, bensì di porre riparo alle assurdità decretate dal consiglio provinciale con la complicità di maggioranza e opposizione. I soggetti abilitati a promuovere ricorso al Tar, teoricamente, sono tanti, ma il rischio di inammissibilità sarebbe alto. Diversa la questione, invece, se a inoltrarlo fosse l’amministrazione comunale magari sostenuta da una forte mobilitazione generale. Ma il sindaco Marasco che ne pensa?