Punto Pieno è il terzo romanzo della saga famigliare dei Sorci che avevamo conosciuto nel meraviglioso romanzo Caffè Amaro, libro che parla delle vicissitudini di una nobile famiglia dell’ultimo decennio dell’Ottocento ed era proseguito con Piano Nobile che dall’estate del 1942 in poi narrava l’uscita dell’Italia dalla Seconda guerra mondiale e la speranza per un futuro nuovo e prosperoso per la Sicilia.
Questo terzo romanzo storico, inizia nel 1955 con la morte improvvisa del barone Andrea Sorci, morto dopo aver ucciso, in preda a un accesso di rabbia, la sua domestica.
A raccontare l’accaduto è Peppe Vallo, figlio illegittimo del barone, che dopo aver fatto fortuna in America è tornato in Sicilia e ha stretto forti legami con la mafia.
L’autrice lascia parlare i suoi personaggi, uno alla volta, facendogli raccontare in prima persona le storie famigliari, i tradimenti, la supremazia dell’uomo sulla donna, il dilagare della mafia e la droga, per terminare con la data che ha segnato non solo la Sicilia ma tutta l’Italia :il 23 maggio 1992, giorno dell’uccisione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta.
Il filo conduttore della storia che è appunto il titolo stesso del libro: il Circolo del Punto Pieno.
Quelle che in famiglia sono chiamate “le tre zie” o “le tre sagge ”fondano nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi, un circolo dove insieme ad altre donne si dedicano al rammendo e al ricamo.
Ma in realtà lo scopo non è solo il ricamo , ma soprattutto la voglia di aiutare altre donne: donne povere che hanno bisogno di un piccolo stipendio per tirare avanti e prostitute che cercano una nuova vita.
Seguendo la storia del circolo del Punto Pieno e in particolare la vita di Carlino Sorci, un nipote delle “tre sagge”, seguiamo anche il cambiamento della moda e la storia delle sartorie dal dopoguerra in poi.
Attraverso Carlino conosciamo la vita vivace di Roma, dell’alta moda milanese e infine della strepitosa New York.
La storia, come abbiamo detto all’inizio, termina con la strage di Capaci.
L’autrice però, lascia l’ultima parola a Colapì, uno dei discendenti della famiglia che, appena tornato in Sicilia, il giorno stesso della strage, si stringe alla madre e le dice: “Io torno”.
Come a voler dire : “Torno e cerco di cambiare le cose”.
Un romanzo meraviglioso, come tutti i romanzi dell’autrice .
Simonetta Agnello Hornby è un’autrice, avvocata e accademica italiana naturalizzata britannica. Vive dal 1972 a Londra, dove svolge la professione di avvocato ed è stata presidente per otto anni del Tribunale di Special Educational Needs and Disability. Il suo primo romanzo, La mennulara (la “raccoglitrice di mandorle”) – pubblicato da Feltrinelli nel 2002 e ripubblicato sempre da Feltrinelli nel 2019 – è stato un vero e proprio caso letterario, è stato a lungo ai vertici delle classifiche ed è stato tradotto in molte lingue, ricevendo nel 2003 il Premio Letterario Forte Village. Nello stesso anno, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa e il Premio Alassio 100 libri – Un autore per l’Europa, ed è stato finalista del Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”. Tra i suoi titoli più celebri ricordiamo: con Feltrinelli La zia marchesa (2004), Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca (2010), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati, 2012), Il veleno dell’oleandro (2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni, 2013), Via XX Settembre (2013), Caffè amaro (2016), Nessuno può volare (2017). Ha inoltre pubblicato: Camera oscura (Skira, 2010), Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello), La mia Londra (Giunti, 2017), Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014), Siamo Palermo con Mimmo Cuticchio (Mondadori, 2019), Piano nobile (Feltrinelli, 2020), Punto pieno (Feltrinelli, 2021) e Era un bravo ragazzo (Mondadori, 2023).Fonte immagine: Feltrinelli Education