La maggioranza boccia la proposta di Lo Schiavo sulla mensa dei poveri.

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La maggioranza di palazzo “Luigi Razza” ha emesso il “cartellino rosso” all’ordine del giorno presentato in Aula nell’ultimo consiglio comunale, da Antonio Lo Schiavo e Loredana Pilegi (gruppo dei Progressisti) volto a istituire in città una mensa per i poveri decidendo di affidarsi a quanto annunciato dal sindaco che ha illustrato il proprio progetto mediante il quale si prevede di dare un contributo di 30mila euro alla mensa della Sacra famiglia che è già attiva. Un progetto che, di fatto, consentirebbe alla mensa di avere circa 20 pasti al giorno per sei mesi previa assunzione di un cuoco, per circa 7mila euro annue.

Un percorso non condiviso dall’opposizione che non ha mancato di manifestare i suoi dubbi. In primis, Antonio Lo Schiavo e Loredana Pilegi, ma anche il capogruppo del PD Giovanni Russo, dubbi che però la maggioranza ha respinto al mittente definendo populista il progetto avanzato dal gruppo progressista. E francamente che cosa ci sia di populista e di strumentale in una proposta tesa a dare sollievo alle fasce deboli della popolazione francamente ci sfugge anche a noi. Auguriamo comunque che l’amministrazione possa provvedere con il proprio progetto.

E nel frattempo vorremmo citare anche un altra interessante proposta che è venuta sui social network da uno stimato intellettuale come il prof Gilberto Floriani, direttore del SBV. “A Vibo Valentia c’e’ una rete di solidarieta’ alla quale partecipano moltissimi cittadini, il cui impegno serve ad alleviare tante difficili situazioni sociali – asserisce il direttore del SBV – e ora mentre si discute molto per iniziativa di alcuni consiglieri comunali affinche’ il comune istituisca una mensa per i “poveri” o con una parola meno brutale e ottocentesca per gli indigenti, apprendo che la proposta e’ stata bocciata dal Consiglio comunale. Io, se fossi stato consigliere, avrei votato a favore della proposta Pilegi anche se non credo che il Comune, sia in grado di gestire direttamente una mensa. Cio’ nonostante Vibo Valentia avrebbe necessita’ di un “Ristorante popolare” e non solo per chi e’ in difficolta’. Una iniziativa siffatta – continua Floriani – potrebbe essere realizzata nello spazio della sussidiarieta’ e della societa’ civile, con l’associazionismo, con la buona volonta’, con la donazione volontaria. Il comune potrebbe mettere a disposizione dell’iniziativa i locali e un piccolo contributo annuale. Le grandi imprese del territorio potrebbero concorrere alle attrezzature necessarie. I supermercati donare i tanti prodotti in scadenza ma buoni. E poi il fundraising, le piccole costanti donazioni su un progetto cosi’ utile e dignitoso. Potrebbe essere uno spazio come il Refettorio Ambrosiano di Bottura dove offrire il cibo, ma anche socializzare e promuovere la buona cultura alimentare. Varie associazioni potrebbero farsi carico della gestione. Questo ristorante non dovrebbe nemmeno essere del tutto gratuito, o essere solo per gli indigenti, un po’ come il cinema a due euro. Non e’ semplice ma sarebbe fattibile”.

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