Cosenza: quando la pubblicità lancia messaggi ambigui.

Nessun commento Share:
Una pubblicità che ha scatenato polemiche tanto che il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto è dovuto intervenire procedendo alla rimozione della pubblicità stessa. “A San Valentino mettila a 90 gradi”, questa l’elegante espressione che i passanti hanno potuto leggere su un cartellone pubblicitario di un noto negozio di articoli elettronici e elettrodomestici calabrese. Ovviamente la pubblicità in questione, ha subito suscitato le polemiche e le proteste – anche sul web – di chi la considera sessista o decisamente di cattivo gusto.
Non è purtroppo la prima volta che ciò si verifica ma non possiamo fare a meno di esprimere il nostro disappunto verso questo modo di fare pubblicità – soprattutto accostandolo ad una festività di certo simbolica (siamo tra quelli che ci onoriamo di pensare che San Valentino dovrebbe essere tutti i giorni per chi professa amore verso un altra persona, uomo o donna che sia) come il 14 febbraio e sopratutto in tempi come questi dove, persino ad una ragazzina di sette anni, in una scuola milanese è stato detto a calci e botte che “le donne non devono studiare, le donne devono pulire…..” E non ci infiliamo tra le fila di quelle persone che sono subito pronte a banalizzare questi episodi che invece possono essere le spie di un sentimento latente e più diffuso di quel che si pensi – basti pensare che solo nel 1979, le stesse Nazioni Unite, si decisero a proporre un documento, la Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e prima di allora, non contemplavano espressamente la violenza come una forma di discriminazione, o come un’ostacolo ad un godimento paritario delle donne di diritti e libertà – una specie di “controcultura machista” che non accetta che, dopo migliaia di anni di sottomissione, le donne siano oggi parte integrante del panorama sociale, culturale, professionale ed economico.
Le cifre del resto parlano chiaro: secondo L’ISTAT infatti, le donne italiane tra i 16 e i 70 anni, che dichiarano di essere state vittime di violenza, fisica o sessuale, almeno una volta nella vita, sono 6 milioni e 743 mila, cioè il 39% della popolazione femminile; considerando il solo stupro, la percentuale è del 4,8% (oltre un milione di persone). Il  14,3% delle donne, in particolare, ha affermato  di essere stata oggetto di violenze da parte del partner mentre un altro 24,7% di donne, ha invece ricevuto violenza da conoscenti o estranei.
Ne ci venghino a dire che, in fondo, il richiamo alla posizione evocata nella pubblicità in questione è qualcosa che rientra in una normale logica sessuale. Che il sesso infatti sia qualcosa di meraviglioso e di sublime – se consumato con qualcuno verso cui si nutre dell’amore e dell’affetto – non ci piove. E che il sesso comtempli al suo interno una multiforme e variegata diversità di approcci è cosa che si può leggere su ogni buon trattato di sessuologia. Quello che pero è inaccettabile è che una donna, nel fare sesso con un uomo, possa essere “messa”, cioè gli possa venire imposta una qualunque forma di sottomissione sessuale, perchè il sesso è condivisione e mai obbligazione o sottomissione.
Condividi questo Articolo
Previous Article

La maggioranza boccia la proposta di Lo Schiavo sulla mensa dei poveri.

Next Article

“Intelligence e Magistratura” di Mario Caligiuri. Mercoledì 15 febbraio presentazione a Napoli all’Istituto italiano per gli studi filosofici

You may also like