Grande successo per la Prima edizione del Festival del Turismo sostenibile tenutasi a Serra San Bruno.

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E’ stata una due giorni intensa, emozionante, ricca di incontri, confronti, scambi di idee e proposte progettuali in uno scenario davvero strabiliante quale è quello che Serra San Bruno, con le sue straordinarie ricchezze, culturali e paesaggistiche, sa offrire.

Enti, istituzioni, associazioni di volontariato, imprese economiche e culturali, scuole di diversi ordini e gradi hanno avuto e, contestualmente offerto, non solo alle comunità locali, ma al mondo intero, la possibilità di partecipare ad un evento unico nel suo genere, ideato dal Club per l’UNESCO di Vibo Valentia e dall’Associazione di promozione sociale MedExperience, per dare voce a patrimoni spesso negati ma che, al pari o forse meglio di altri, meriterebbero non solo visibilità, quanto tutela e salvaguardia dall’incuria che deriva, innanzitutto, dalla grande incompetenza di chi ha responsabilità diretta, in merito, per il mandato ricevuto dagli elettori.

  

Grazie all’impegno personale di donne e uomini dotati di forte senso civico e senso di responsabilità verso il bene comune, nella giornata di mercoledì 27 settembre, il Palazzo Municipale di Serra San Bruno, Piazza dei Monumenti, la Via dei Sette Dolori ed il Museo della Certosa sono diventati un autentico Museo Esperienziale Diffuso, secondo una pratica già ampiamente sperimentata in Europa ma che, nei nostri territori, affetti da atavici retaggi culturali, stenta ad essere compresa ancor prima che vissuta. La Via dell’Arte, la Via dei Sapori, la Via dei Saperi e la presentazione del Patrimonio Museale Vibonese hanno favorito l’incontro tra operatori del settore enogastronomico, artisti e maestranze che rappresentano l’autentico motore, attivo e vitale delle nostre economie locali, l’esempio concreto e tangibile di una Calabria che c’è e ce la fa…nonostante tutto e tutti e spesso anche nell’indifferenza, nell’incuria o nella pessima gestione di amministratori locali non avvezzi ad esser circondati da tanta attenzione e bellezza.

  

Conoscersi e riconoscersi come espressione diversa e diversificata, ma pur sempre unitaria di una tradizione culturale millenaria che si esprime con punte di eccellenza in settori vari dei nostri apparati economici e della nostra “industria culturale” è stato un primo, importante traguardo raggiunto grazie a questa manifestazione che è si è svolta, in entrambe le giornate, con una piena e soddisfacente declinazione dei principi e dei valori che l’UNESCO diffonde nel mondo intero.

L’incontro organizzato a Palazzo Chimirri nella mattinata di mercoledì 27 è stato un momento di confronto ed attenzione verso le tematiche e le problematiche che il Turismo Sostenibile per lo Sviluppo porta con sé e che non possono continuare a disperdersi nei rivoli di scontati quanto stancanti slogan che vanno dalla promozione del territorio alla valorizzazione dei beni culturali e naturalistici per attirare turisti.

I dati che vengono dalla nostra provincia, in termini di spopolamento e di perdita dei servizi primari sono sconfortanti, chiaro segno del fatto che le politiche, locali e non, non hanno funzionato in passato e continuano a non funzionare nel presente. Istituzioni, associazioni, cooperative del calibro dell’Università della Calabria, del Goel, del WWF, dell’Associazione Nazionale guide turistiche, di Calabria in bici hanno risposto, con la loro presenza, all’appello che lanciano, disperate, comunità sempre più sole ed abbandonate al destino di se stesse.

Grandi protagonisti della seconda giornata, il 28 settembre, sono stati gli scolari e studenti che hanno partecipato al progetto di rete UNESCO “La Mia Cultura è anche la Tua” presentando i loro lavori alla Sala Convegni del Parco Regionale delle Serre.

  

Sono ben cinque gli istituti di istruzione che hanno accolto l’appello lanciato dall’ONU per il 2017, dichiarato Anno Internazionale del Turismo Sostenibile; a sostenere nelle scuole percorsi didattici, educativi e formativi finalizzati a creare nei giovani un senso di appartenenza alla propria comunità che non può non passare attraverso una lettura critica e consapevole delle migliori espressioni del proprio patrimonio culturale, visto e vissuto come immanente al proprio essere in quanto parte integrante di una comunità che si identifica sempre più con l’insieme dei popoli del mondo nel loro complesso.

Il Museo della Certosa, in elegante e sobria accoglienza, ha saputo far propri e declinare i temi portati all’attenzione dalla prima edizione di questa importante manifestazione, anche nei giorni immediatamente successivi. “Abbiamo avuto modo di toccare con mano, grazie a questo evento, di quanta distanza ci sia tra un mondo che corre sempre più veloce e comunità che, nel loro isolamento, geografico e culturale, rischiano sempre più di essere tagliate fuori. L’impegno che abbiamo profuso nelle nostre organizzazioni culturali, fino ad oggi, continuerà, a maggior ragione, in modo ancor più intenso, continuando a favorire incontri e scambi culturali, esportazione della nostra cultura mediterranea nel mondo, relazioni tra persone e comunità che sanno accogliere ed apprezzare, che sanno far valore a partire dalle differenze” dichiara la presidente del Club UNESCO e di MedExperience Maria Loscrì.

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