La stampa nazionale ha allentato la pressione sul caso dell’elicottero atterrato nel centro storico, le troupes televisive non si aggirano più per le strade, tutto sembra destinato a tornare alla normalità. Non ci fosse stata la scossa sismica a movimentare la mattinata e a mettere tutti in allarme, si potrebbe dire che la bufera va stemperandosi. In realtà, è solo un caos calmo. L’attesa, infatti, continua e l’attenzione è rivolta tanto verso il palazzo della Procura della Repubblica di Vibo Valentia che verso palazzo Chigi dove lunedì si riunirà il Consiglio dei ministri che potrebbe emettere il verdetto sulla proposta di scioglimento del consiglio comunale avanzata al Viminale dal prefetto Carmelo Casabona. Ogni possibile novità appare, quindi, rinviata a breve. La prossima potrebbe, in sostanza, essere una settimana con risvolti significativi. A Palazzo di Giustizia, negli uffici della Procura, il fascicolo aperto dal procuratore della Repubblica facente funzioni, Michele Sirgiovanni, si fa sempre più voluminoso. Le indagini, portate avanti con la collaborazione dei carabinieri della Compagnia di Tropea, comandata dal capitano Francesco Manzone, hanno ormai imboccato la dirittura d’arrivo. Accertati i legami di parentela dello sposo Antonio Gallone, raccolte le testimonianze delle persone informate sui fatti, analizzati filmati, servizi fotografici e lista degli invitati, non resta che arrivare alle conclusioni. Le tre ipotesi di reato (omissione di atti d’ufficio, pericolo per l’incolumità pubblica e abuso in atti d’ufficio) attorno a cui lavora il procuratore Sirgiovanni hanno già provocato l’iscrizione di cinque persone sul registro degli indagati. Ora c’è solo da spettare per sapere se a tutte e cinque sarà data un’identità precisa oppure l’attività investigativa spingerà verso altri esiti. Tornando a palazzo Chigi nessuno si illude che possano arrivare notizie positive. La città appare destinata a dover fare i conti con un’altra commissione straordinaria che si troverà subito in mano la patata bollente dei procedimenti promossi dal sindaco Pagano contro ministero delle Finanze, ministero dell’Interno e precedente commissione.