Monte Poro, luogo di storia e tradizioni

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La chiesa della Madonna del Carmelo di Monte Poro
La chiesa della Madonna del Carmelo di Monte Poro

L’altopiano di Monte Poro definito da tanti “un balcone sul mar Tirreno e sul golfo di Gioia Tauro” è uno dei luoghi più suggestivi della provincia di Vibo Valentia. Situato a sud-ovest di Vibo, ad est delle Serre e ad ovest della costa tirrenica, la famosa “Costa degli Dei”, raggiunge un altitudine di 710 metri. Il suolo è caratterizzato da numerose rocce cristalline granitiche, la vegetazione è varia, la popolazione è mediamente distribuita in numerosi piccoli paesini o in sparse masserie visibili dalla strada che attraversa questo magico luogo, abitate dai contadini e dai loro animali, bovini e ovini. Vicinissimo alla spiaggia pietrosa di Joppolo, a quelle sabbiose di Nicotera Marina e Capo Vaticano. Il paesaggio è rurale e nel contempo bucolico, tanti i campi di frumento e cereali, tanti gli spazi dedicati al pascolo intervallati da aree tipicamente montane, tanti i castagneti che raggiungono il culmine nella zona cardine e punto di riferimento di chiunque arrivi a Monte Poro: il Santuario della Madonna del Carmelo, opera dovuta all’umile pastorello Frate Carmelo Falduti di Caroniti che, “dopo aver sognato la Madonna, peregrinando di paese in paese, con la cassetta in mano, la bisaccia alle spalle, il sorriso sulle labbra e la fede nel cuore ”, costruì, con le offerte raccolte, la Chiesa per la Madonna. Fra i prodotti tipici della zona spiccano la famosa “nduja”, un particolare insaccato a base di maiale con una dose notevole di peperoncino rosso calabrese, la soppressata, le cotiche di maiale (i frittuli), il grano duro, il mais, i ceci (suriaca), i pomodori secchi, il pane, i funghi porcini dei boschi della zona. Quindi, il famoso agnello di Monte Poro che si dice sia stato apprezzato perfino dalle cucine Vaticane che per essere perfetto deve rigorosamente essere cucinato sulla legna, ma esclusivamente quella del bosco del Poro a ripercorrere la vita di tanti anni fa quando gli stessi contadini e pastori dei luoghi vivevano isolati dal resto del mondo e in giro per l’altopiano solevano mangiarlo dopo le lunghe fatiche della giornata. Sulla tavola non mancherà mai il vino locale, un frizzantino ancora conservato in antiche botti di legno. Ma a farla da padroni sono sicuramente i formaggi come la fresca ricotta, ma, in particolare i pecorini dal sapore “esclusivo e aromatico”, grazie ai generosi e numerosi pascoli della zona. Il pecorino del Poro, infatti, è ormai conosciuto e apprezzato dovunque anche perché promosso dai produttori in numerose Fiere a livello anche internazionale, come la Bit Milano e il salone internazionale del gusto di Torino. Il primato di questo prodotto, il suo sapore, la sua fragranza deriva tutto dai pascoli rigogliosi dove gli animali vivono liberamente, dall’erba sana e netta da scarichi di inquinamento inesistenti nella zona del Poro. Preparato con il latte intero di pecora, il pecorino è caratterizzato da una forma appiattita e tonda e dalla una polpa bianca. Da non dimenticare oltre al sapore i valori nutrizionali del prodotto: sali minerali, calcio e fosforo. L’iter della sua produzione è semplice ed è ben descritto da Francesco Arcella nel libro “Joppolo. Un angolo ricercato di turismo balneare e montano”: “Il latte integrale, prodotto dalla mungitura manuale delle pecore sane e ben nutrite, viene filtrato per trattenere eventuali corpi estranei introdotti con la mungitura, e addizionato il caglio nella caldaia, viene riscaldato e lasciato a coagulare per mezzora. Il latte una volta rappreso, viene frammentato con la nocca o arnese di legno per facilitare l’eliminazione del siero. Raccolto poi con le mani sempre ben pulite, viene deposto su un tavolo di legno per poi finire nella fiscella fatta di giunchi e diventa formaggio. Il formaggio all’indomani si trasporta al casolare o casa del formaggio per pulirlo e salarlo ed ivi rimane per un tempo variabile di stagionatura a seconda del tipo. Il suo sapore varia a seconda se si mangia fresco, a pasta molle, o stagionato, a pasta consistente e saporita”. Proprio queste sue peculiarità hanno fatto sì che il pecorino del Poro sia entrato a fare parte della classifica del Gambero Rosso nella guida dei migliori formaggi d’Italia.  L’associazione dopo aver  preso in considerazione 220 aziende sul territorio nazionale e 316 formaggi di tutte le regioni d’Italia, ha eletto il pecorino dell’azienda agricola “La Tranquilla” dei fratelli Rosario e Gaetano Pochiero di San Calogero tra i migliori formaggi nazionali definiti “fuoriclasse” e identificati con il  simbolo dei due spicchi di formaggio su un tagliere. Il caseificio figura al quindicesimo posto della classifica nella “Guida ai formaggi d’Italia” dalla quale è considerato: “Un trionfo! Il trionfo del meraviglioso Monte Poro, luogo mistico di santi, filosofi e pastori”. L’azienda è riuscita a raggiungere questi traguardi integrando l’innovazione delle tecnologie e la tradizione delle antiche ricette dando vita, così, ad un prodotto speciale che fra tutti si è distinto per “bontà, equilibrio ed eleganza”. Questo è l’altopiano di Monte Poro che con la sua magia, il suo fascino e i suoi segreti fa parlare ancora di sé nonostante il trascorrere del tempo.

 

 

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