La Salerno-Reggio, viaggio tra una incompiuta che si compie.

Nessun commento Share:

Scrivere un pezzo sulla Salerno Reggio Calabria è riduttivo. Ci vorrebbe un romanzo, un best-seller e forse anche un moderno Baedeker, quelle guide da viaggio ottocentesche realizzate per illustrare tutti i luoghi splendidi e meravigliosi che questa vitale arteria stradale collega.

Ma la Salerno – Reggio Calabria è soprattutto lo specchio di come il paese sia cambiato e per molti aspetti involuto. “Il potenziamento della rete autostradale infatti fu uno dei motori essenziali – scrive Bruno Vespa nel suo ultimo libro “Ceravamo tanto amati” – del cosidetto boom economico. De Gasperi e i suoi successori capirono allora, che in un paese moderno, i camionisti non potevano impiegare due giorni per andare da Milano a Napoli con tutti gli aggravi che ne derivavano per i costi delle merci. Nacque così l’idea di realizzare un autostrada che collegasse i 760 chilometri tra le due città. La prima pietra fu posata il 19 maggio 1956 e dopo soli due anni e mezzo Milano era già collegata a Parma e – con tre mesi di anticipo – il 4 ottobre 1964, Moro e Segni, a quei tempi, rispettivamente Premier e Capo dello stato, inaugurarono l’intera opera. Otto anni in tutto – continua il giornalista aquilano – che sarebbero stati anche meno se la costruzione del tratto Firenze-Roma non fosse stata rallentata da liti sul percorso tra senesi e aretini. (sempre guelfi e ghibellini in Italia come vedete). La spuntò Arezzo grazie all’intervento di Amintore Fanfani che secondo una inchiesta di “Quattroruote” tracciò con una matita rossa il percorso che favoriva la propria città”. Pensate otto anni quando oggi – se ti va bene – ci vuole lo stesso tempo solo per superare la burocrazia e avviare una qualunque grande opera pubblica. Un esempio di come il paese sia bloccato e paralizzato anche da riforme mai avviate o bocciate per puro opportunismo politico di questa o quella fazione.

E difatti, dopo il completamento dell’Autostrada del Sole, cominciano i guai. Nel 1970, ad esempio, doveva cominciare la realizzazione della Genova-Roma. “I lavori – scrive ancora Vespa – si interruppero nel 1975 quando l’arteria era arrivata a Livorno. Da Livorno a Rosignano – 35 km appena – ci vollero altri diciotto anni. Poi da qui fino a San Pietro a Palazzi – 4.5 km appena – altri diciannove anni, mentre da Roma, l’autostrada si fermò a Civitavecchia. Mancano 173 km per congiungere i due tronconi e forse non li vedremo mai”. E le cose non andarono certo meglio per la Firenze – Bologna decisa nel 1982 e completata…………….. il 23 dicembre 2015.

Ma la storia della SA-RC è molto più inquietante.  Nei primi anni sessanta, il governo italiano decise di finanziare la costruzione di un’autostrada che collegasse il resto dell’Italia alla Calabria, regione fino a quel momento considerata “l’Isola nella Penisola” o “la Terza Isola” perché gli aspri rilievi non permettevano di raggiungerla facilmente. A differenza dell’Autostrada del Sole però, la realizzazione della Salerno-Reggio Calabria, non poté contare sulla partecipazione di capitali privati, e lo Stato dovette farsi interamente carico dell’opera. Il 24 luglio del 1961, venne approvata la legge n. 729 (cosiddetta legge Zaccagnini) che definiva il nuovo Piano di costruzioni stradali ed autostradali, ed assegnava all’ANAS la costruzione e la futura gestione della Salerno-Reggio Calabria, autorizzandola a contrarre mutui per 180 miliardi di lire, costo iniziale stimato dell’opera. I lavori iniziarono il 21 gennaio del 1962, alla presenza del presidente del consiglio Amintore Fanfani. Nel 1966 fu aperto il primo tratto tra Salerno e Lagonegro, seguito nel 1968 dal secondo tratto tra Lagonegro e Cosenza, nel 1969, dal terzo tratto Cosenza–Gioia Tauro fino al “completamento” nel 1972, col tratto Gioia Tauro–Reggio Calabria. Ma completamento di cosa?       La cosiddetta autostrada era in realtà una stentatissima superstrada a due sensi di marcia con le curve larghe solo tre metri e priva addirittura di corsie di emergenza. Era costata 368 miliardi di lire e addirittura, nel 1986, l’allora premier Bettino Craxi ne stanziò altri mille per il suo ammodernamento, il triplo del costo della Milano-Napoli. E bisognerebbe scrivere un articolo a parte solo per i morti che questa arteria ha provocato e di cui ovviamente pochi sanno o ricordano.

Da allora ci sono voluti altri trent’anni per portare l’opera a conclusione e forse altri ne serviranno perché alcuni tratti necessitano – secondo alcuni giornali – di ulteriori lavori di messa in sicurezza. Ma domani è comunque il gran giorno. Si avvera il sogno di tanti meridionali che aspettavano questa data tra scaramanzia, ironia e attesa. E il primo applauso deve essere fatto alle migliaia di operai che, chini sotto il sole estivo rovente o sotto il vento invernale sferzante di queste latitudini, hanno reso possibile un opera di alta ingegneria che può essere vanto per la nazione intera e speriamo possa assurgere a simbolo di una Calabria non più Cenerentola d’Italia.     I lavori sono stati tanti: l’adeguamento delle barriere di sicurezza (i cd. guardrails), tramite la loro sostituzione con barriere tipo H2, con profilo salva motociclisti; l’installazione di barriere fonoassorbenti o fonorepellenti, ove necessario; il rinnovo della pavimentazione, tra cui la posa di nuovo asfalto e nuova segnaletica orizzontale; l’installazione di centraline meteorologiche e apparecchiature per la connettività wireless, pannelli a messaggio variabile e telecamere di videosorveglianza; l’installazione di impianti d’illuminazione in corrispondenza degli svincoli, nonché di nuova segnaletica turistica in prossimità di essi; il restauro di elementi ammalorati su ponti e viadotti, compreso il rinforzo e l’adeguamento alle norme antisismiche, nonché la posa di reti di protezione; l’adeguamento delle gallerie, con l’installazione di luci a LED, ventilatori e altri elementi per la sicurezza. Ma la vera sfida è stata quella di domare la natura impervia di questi luoghi realizzando nuove gallerie e/o ammodernando una serie di viadotti spettacolari che offriranno agli automobilisti dei punti panoramici davvero mozzafiato: cito solo il celebre viadotto Sfalassà, il ponte ad arco portale spingente più alto d’Italia, nonché il 3° più alto d’Europa (dopo il Viadotto di Millau ed il Viadotto Italia) e il 20° più alto al mondo.

E poi il bello dei luoghi che la SA-RC congiunge o permette di raggiungere agevolmente: Ercolano con i suoi scavi archeologici millenari, Torre del Greco con le sue chiese tra cui la quattrocentesca Basilica pontificia di Santa Croce, Torre Annunziata con i suoi palazzi nobiliari (Fondaco, Colonna, Pignatelli, Amodio) e le archietture militari tra le più belle della Campania, Pompei – la città resa immortale dal celebre terremoto del primo secolo dopo Cristo – Castellamare di Stabia, la città delle 50 chiese e della Reggia di Quisisana, Sant’Antonio Abate con il suo Santuario di San Gerardo Maiella, Nocera Inferiore, con la Crocifissione (attribuita a Roberto d’Oderisio), custodita presso il Convento di Sant’Anna, Cava dei Tirreni con il suo Duomo del 1571, Vietri sul Mare proclamata nel 1971,dall’Unesco, patrimonio dell’Umanità e poi Salerno, l’incantevole dove l’antico si fonde al moderno della nuova Cittadella di Chipperfield o della stazione marittima opera di Zaha hadid e poi Battipaglia con la Cappella di Santa Lucia, menzionata per la prima volta in un documento del 1140. Poi un assaggio di terra lucana ed ecco la nostra amata Calabria: Laino Borgo immerso nella bellezza del Parco Nazionale del Pollino, “polmone verde” della regione, Mormanno la città del Santuario della Madonna della Catena, Morano calabro, con il suo stupendo borgo appollaiato su un cocuzzolo di 694 metri, Frascineto sede di antiche comunità Arbëreshë, Castrovillari con il suo meravigliso maniero, Altomonte – inserito tra i borghi più belli d’Italia – Tarsia con il suo campo di concentramento a Ferramonti, Montalto Offugo con la sua stupenda chiesa matrice, Cosenza con il celebre Teatro Rendano, il suo centro storico e la sua moderna Università, Rogliano  con le sue “rughe” e le sue chiese antiche, Altilia un presepe incantato di appena settecento anime, Grimaldi con le sue casette abbarbicate adf uno dei pendii che sovrastano la valle del Savuto, San Mango D’Aquino, posto all’interno di un’area di grande importanza dal punto di vista storico e archeologico e poi, superata la fertile Piana di Lamezia Terme, Pizzo calabro, la città del tartufo e del re Gioacchino Murat. E poi ancora verso sud proseguendo per Palmi – la città della “Varia” una delle più suggestive rappresentazioni folklorico-religiose della regione, Bagnara con il suo mare solcato dalle “spadare”, Scilla con il suo castello che domina l’antico borgo e finalmente Reggio calabria, la città dei Bronzi dei Riace e del chilometro più bello d’Italia……

Auguri Salerno- Reggio Calabria. Ti sei fatta attendere, non per colpa tua, ma di una classe politica spesso litigiosa e inconcludente e di un popolo troppo mite e paziente. ma va bene così dai, auguri, auguri, auguri ancora, con l’auspicio che per le altre strade non si debba attendere altri decenni. Sarebe un ostacolo all’economia, un oltraggio ai calabresi che ogni giorni vi si avventuranno a volte con paura e sopratutto a tutti quei conterranei che ci hanno lasciato la vita. E siccome – come dice il Talmud  – “chi salva una vita salva il mondo intero”, facciamo presto !!!

 

 

Condividi questo Articolo
Previous Article

Commissariato l’Ordine di Malta. Il Papa indaga sulle epurazioni

Next Article

Alfonso Pagano miglior studente del “Vinci”

You may also like