Il glifosato è un analogo aminofosforico della glicina, inibitore dell’enzima 3-fosfoshikimato 1-carbossiviniltransferasi (EPSP sintasi), noto come erbicida totale (non selettivo). Il composto chimico è divenuto di libera produzione nel 2001, anno in cui è scaduto il relativo brevetto di produzione, fino ad allora appartenuto alla Monsanto Company.
In un rapporto ISPRA relativo agli anni 2011 e 2012 ed elaborato sulla base di dati provenienti dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) il glifosato viene definito come uno degli erbicidi più utilizzati nell’agricoltura italiana. E’ stato messo al bando da alcuni paesi, mentre in Italia, il 7 ottobre 2016 un decreto ha disposto la revoca dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari contenenti Glifosato con il coformulante Ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791- 26-2), a partire dal 22 novembre 2016 e del loro impiego a partire dal 22 febbraio 2017
Ma per sapere se il glifosato, scomparirà definitivamente dai nostri campi, occorrerà aspettare la fine del prossimo anno, quando la Commissione Europea, deciderà sostanzialmente se ad avere ragione è lo IARC – l’istituto di ricerca internazionale sul cancro che appartiene al circuito dell’Organizzazione mondiale della sanità e che ha inserito il glifosato stesso nella lista delle sostanze di cui è altamente probabile l’effetto sulla saluta umana, in termini di più tumori – oppure l’Efsa, l’agenzia alimentare europea che ha sostanzialmente accolto le tesi di non comprovata pericolosità dell’erbicida in questione.
Contro il glifosato è sorta una autentica “coalizione verde” – Coalizione #StopGlifosato – composta 45 associazioni, tra cui SlowFood, WWF, Legambiente, Greenpeace, Touring Club, Lipu e la Calabria si è posta all’avanguardia in questa questione divenendo la prima Regione italiana a scegliere di non finanziare più l’utilizzo dell’erbicida escludendo le aziende agricole che utilizzano il diserbante a rischio cancro dai finanziamenti del Psr (piano di sviluppo rurale). Non un bando insomma, ma un’azione che gli ambientalisti e il mondo del bio pensano che sia un legittimo strumento per disincentivare l’utilizzo del fitofarmaco. Una decisione appoggiata da Coldiretti mentre i vertici regionali di Confagricoltura, Cia, Copagri e Confcooperative Calabria hanno vivacemente protestato. Nel frattempo quelli di Coalizione #StopGlifosato hanno chiesto a tutte le altre regioni italiane di seguire l’esempio calabrese.
L’iniziativa della Regione Calabria è stata richiesta da una serie di realtà associative che fanno parte della Coalizione ed è stata accolta nella deliberazione 461/2016 di aggiornamento dei Disciplinari di produzione integrata delle infestanti e pratiche agronomiche. Da sottolineare come già 1/3 dei campi calabresi sono coltivati senza l’uso di chimica di sintesi.
- Tags: glisofato