” Se la nostra economia può avere un di più nella crescita, molto dipende dalla messa a regime di un motore che non è andato a regime in questi decenni. Quel motore è il Mezzogiorno d’Italia”. Lo ha affermato il premier Paolo Gentiloni durante il suo intervento nella manifestazione per la riapertura di parte della casa dei Vettii agli Scavi di Pompei. Per il premier l’impegno è quello di trasformare le potenzialità del Mezzogiorno in una realtà che porti sviluppo e crescita al nostro Paese.
Che l’Italia viaggi su due binari diversi è una realtà ben troppo evidente. Il Mezzogiorno deve rappresentare nelle intenzioni dei governanti un luogo privilegiato dal quale dovrebbe partire lo sviluppo dell’economia. Quest’ auspicio parte da un dato di fatto: il Paese Italia, rispetto alle altre realtà europee, sta vivendo una fase di stallo perdendo oltre l’8% del Pil. Al di là delle strategie complesse legate alla logica dei numeri,gli economisti sono dell’avviso che solo rimettendo di nuovo in moto il Mezzogiorno, il Paese Italia può risollevarsi dalle macerie di un’economia stagnante. Realizzare la sua vocazione mediterranea sarebbe una risposta strategica a tale debolezza tant’ è che è l’unico Paese prettamente mediterraneo dell’Unione Europea. Quel Mediterraneo, che per ora è teatro più di tragedia che di altro, offrirebbe difatti, opportunità diverse per i suoi porti, i suoi retroporti, le sue fonti energetiche alternative di cui è ricco, come l’eolico, il geotermico. Punti di forza, questi che darebbero forte competitività al territorio, se strategicamente promossi e sviluppati. Prospettive concrete queste che colte dai governanti potrebbero risollevare le sorti dell’Intero Paese. In un quadro generale di stallo, certo, c’è da registrare che il Mezzogiorno registra il primo recupero del Pil dopo sette anni di cali ininterrotti. Lo rileva l’Istat, spiegando come nel 2015 il Pil italiano ha “registrato un aumento in linea con quello nazionale nel Nord-est (+0,8%), più modesto nel Centro (+0,2%) e lievemente superiore alla media nazionale nel Nord-ovest (+1,0%) e nel Mezzogiorno (+1,0%)”. La leggera ripresa del Mezzogiorno ha risentito della crescita registrata dal valore aggiunto nel comparto agricolo (+7,3%), ma incrementi di un certo rilievo si osservano anche in quello del commercio, pubblici esercizi, trasporti, telecomunicazioni (+2,6%) ,del turismo e (seppur in misura più contenuta) al settore cruciale delle costruzioni (+1,1%). Ancora risultati non degni di nota quelli realtivi all’industria. Tutto questo genera un effetto positivo anche nell’occupazione.. L’effetto congiunto della decontribuzione sulle nuove assunzioni e degli sgravi fiscali potrebbe aver anche contribuito alla crescita del Pil del Mezzogiorno. Certo nonostante un cauto ottimismo siamo in attesa dei dati 2016 convinti ancora che l’occupazione resti molto lontana dai livelli pre-crisi. A ciò si aggiunge un quadro di cronica emergenza sociale, per fronteggiare il quale, sarebbe opportuno prevedere robuste misure a sostegno dei redditi delle fasce deboli della popolazione.