Domani 15 gennaio 2017, il Movimento 14 luglio di Nicotera sarà ospite su Rai 1 nella trasmissione l’Arena di Giletti

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Una trasmissione riparatrice? E’ probabile, attese le numerosissime lamentele da parte del Popolo di Nicotera e degli aderenti al Movimento 14 luglio.

Saranno presenti in studio anche la cronista Enza Dell’Acqua del Quotidiano del Sud assistita dall’avvocatessa Lia Staropoli(*). Ancora una volta, la Dell’Acqua, pur non avendo mai fatto un’inchiesta sulla mafia o alcun articolo sulla potente cosca locale, tenterà di costruirsi un’immagine da cronista “anti cosca”, che ad oggi  non c’è o si stenta ad intravedere?

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Motivo del contendere televisivo, sarà il fatto che la suddetta cronista ha pubblicato alcuni articoli riferiti ai temi del Movimento 14 luglio in merito alle proteste sull’inquinamento del mare e dell’acqua non potabile, ma, nello specifico, “tanto in merito alle questioni di cui il movimento si occupa, quanto in riferimento al movimento stesso, alle sue modalità ed organizzazione… la cronista si avventura in una ricostruzione inesatta dei fatti che, se non dolosa, risulta quantomeno fantasiosa”, questo scrivono quelli del Movimento nel documento predisposto per la richiesta di replica al Quotidiano del Sud.

Alla base del contendere, contrastanti dati sulla potabilità dell’acqua che fuoriesce dai rubinetti della case di Nicotera Marina. Si è innescata così, la vicenda degli articoli pubblicati dalla cronista che a parere del Movimento sono da ritenersi “non veritieri”, innescando una polemica nazionale su una raccolta firme, promossa dal Movimento per una richiesta di replica a tali articoli, indirizzata al Direttore del Giornale “Il Quotidiano del Sud”. Vicenda strumentalizzata dalla cronista dell’Acqua come se fosse stato un attacco personale, dichiarando che tale iniziativa era una “petizione” contro di lei e contro la libertà di stampa. Quindi…in verità, nulla a che fare con la mafia, trattandosi di una iniziativa proveniente da un libero e spontaneo movimento di protesta ecologico, a difesa del mare e dell’acqua potabile!

Intervistata da Rai 3 Regione Calabria, quando il giornalista le faceva notare che il Movimento 14 luglio aveva dichiarato che la raccolta firme non era una petizione, ma una legittima richiesta di replica al giornale, la Dell’Acqua, in maniera disarmante, rispondeva: “ma io non so come è che si possa definire  una raccolta di firme, io l’ho sempre definita petizione” .Sulla falsa notizia, dalla stessa diffusa, basata su un suo “equivoco” di errata interpretazione dottrinale del termine “petizione”, si è scatenato un coro di pappagalli mediatici sui social, che hanno fatto da grancassa nel diffondere una “falsa e calunniosa”, per il Movimento, notizia. Poi a cascata, si sono agganciate molte testate giornalistiche mentre, alcune invece, iniziavano a descrivere la verità dei fatti, e tra queste per prima MeditetrraneiNews.it, giornale quotidiano online con sede proprio a Nicotera oltre che a Roma.

La cronista Dell’Acqua ha sostenuto di essere stata vittima della “petizione” ritenendo fosse rivolta alla sua persona, riversando sul movimento 14 luglio, sulla Società Civile Nicoterese e sulla Chiesa cattolica, una serie di accuse, infangando il tutto sotto l’onta della omertà.

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Un’accusa che non è andata giù a nessuna delle tre parti ritenutesi lese, ed ecco che così, per il clamore mediatico suscitato dalla notizia, domani tutti si son dati appuntamento nella “piazza” di Rai 1, in diretta nell’Arena di Giletti, dove Nicotera, nel bene e nel male, è ormai di casa.

Saranno presenti in studio anche il Parroco della Cattedrale di Nicotera, don Francesco Vardè a difesa della chiesa, dei parrocchiani e della Società Civile nicoterese. Per le ragioni del Movimento 14 luglio saranno presenti Arturo Lavorato e l’Ing. Antonino D’Agostino, due tra i leaders del variegato movimento ecologico popolare, nato a difesa del mare e della potabilità dell’acqua domestica.

Immaginiamo che la discussione verrà “forzata” e diretta non tanto per la comprensione delle singole posizioni in campo, ma verrà pilotata in quella che sarà mediaticamente più utile in Rai, per alzare lo share televisivo e cioè, su quella mafiosità derivante dal primato di una città che vede per ben tre volte sciolto il proprio consiglio comunale, per condizionamenti di tipo mafioso.

In tal senso, va detto che la legge nel passato ha subito molti abusi interpretativi. Nel febbraio 2016 il Consiglio di Stato ha posto un freno alla discrezionalità di scioglimento. Per sciogliere un consiglio comunale è necessario avere la prova del condizionamento di stampo mafioso sulla volontà dell’organismo, cioè la consapevolezza degli amministratori del loro agire con volontà viziata a causa delle pressioni criminali. Tanto dice la decisione del Consiglio di Stato, sezione III, del 24 febbraio 2016, n.748 (annullando così lo scioglimento di un Comune). Tale sentenza rappresenta una significativa innovazione verso la limitazione del potere di scioglimento.

Un autorevole giudizio del giudice di Cassazione, Raffaele Cantone, a tal proposito sostiene: “la riforma del 2009 che ha modificato lo scioglimento degli enti per infiltrazioni mafiose ha indebolito moltissimo, l’Istituto; i comuni che vengono sciolti sono molto meno e in gran parte di quei casi, il TAR sta annullando tutti gli scioglimenti nonché con riferimento all’incandidabilità degli amministratori coinvolti che prevede un iter talmente complesso da far risultare tale misura più un’operazione di facciata che reale”.

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Nicotera, i primi due scioglimenti li ha subiti a tutela degli amministratori, senza per essi alcuna accusa. Nel terzo e recentissimo scioglimento, non ci sono contestazioni per corruzione e concussione. Solo contestazioni amministrative che lasciano un po’ perplessi i cittadini, per una serie di motivazioni che sembrano far prevalere più un pregiudizio che l’applicazione di fatti concreti. Alcuni passaggi sembrano da pettegolezzo più che da rilievo giuridico, altri si basano su fatti insussistenti e su presupposti facilmente aggredibili dal punto di vista giuridico. Anche la legge del contrappasso, di dantesca memoria, sembra essere stata applicata per alcuni amministratori, rei di essere nati figli di padri con un passato turbinoso. In altri è prevalso tragicamente, il giudizio di una “nemesi storica” derivante dal complesso di Edipo dove si paga per le colpe dell’altrui familiare. Anche il concetto biblico delle colpe dei padri che ricadono sui figli e viceversa, non è stato risparmiato dagli estensori, in cerca di appigli pur sempre utili per romanzare i fatti.

A breve vedremo se gli interessati ricorreranno al TAR e, solo all’esito, sapremo se reggeranno le ragioni di questo ennesimo scioglimento. Sta di fatto che sui primi due scioglimenti, nessuno degli sciolti ha pagato, ma cosa più ripugnante, neanche un solo mafioso è stato scalfito, ricadendo invece l’onta sempre e solo sulla parte onesta della Città, quella innocente e vittima che si vedrà additata di una mafiosità che non le appartiene. La responsabilità dei singoli, non può, ricadere sull’intera Città e questa è l’ingiustizia di uno Stato che non c’è. Una legge politica, di tipo amministrativa, che nulla ha di efficace nella repressione penale dei reati perpetrati dai veri mafiosi, rimanendo sempre impuniti quando si sciolgono le amministrazioni comunali. Quale è, e dove è, il condizionamento da infiltrazione mafiosa, ci domandiamo da cittadini e da popolo sovrano, se poi nessun mafioso risponderà davanti alla legge, così come fino ad ora è accaduto anche qui a Nicotera?.

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Domani, nell’Arena di Giletti, assisteremo ad uno scontro epocale tra un inciucio mediatico costruito tra i fornelli della cucina mediterranea dove il minestrone farà da padrone. Si, domani assisteremo al minestrone televisivo che mischierà dell’acqua cattiva con dell’acqua buona; il mare inquinato da liquami con l’inquinamento del mare magnum mafioso. Una trasmissione incestuosa dove i problemi si scontreranno tra le fazioni e non tra le persone, perché alla fine dovrà prevalere lo scontro e la confusione, senza dare risposte, ma lasciando il dubbio, quello su una mafiosità da contiguità di comodo, tipica dei  tragediatori antimafia, frutto del pregiudizio e della cattiva informazione. Una trasmissione che immaginiamo chiuderà le telecamere zumando su Lia Staropoli, nel mentre parlerà della “Santa Setta”, per poi concludere con il concetto di “consenso sociale” , dimenticandosi così, il conduttore, che tutti noi  viviamo in una epoca dove ogni cosa è ormai filosoficamente definita e racchiusa, nel triste concetto di “Società liquida”.

Senza se e senza ma, saremo sempre al fianco di chi è vittima della mafia, ma senza se e senza  ma saremo sempre altrettanto fermi nel combattere i tragediatori e i professionisti dell’antimafia.  Con i mafiosi e contigui, non si tratta, non si chatta e non si deve dare neanche ospitalità in social network aperti o chiusi.

I buoni diventano i cattivi e viceversa.

(*) da una nota non chiara su social network  delle 22.45,  apprendiamo che l’insistente notizia circolata nel pomeriggio, che dava per presente anche l’avvocatessa Lia Staropoli all’Arena di Giletti,  sembra di capire che non sarà presente, per assistere  la cronista Enza dell’Acqua, ma potrebbe invece esserci sotto altra veste, ad esempio come Presidente di “ConDivisa”. In ogni caso la presenza sarebbe apprezzata, se non altro, per la sua riconosciuta attività a favore delle Forze dell’ordine.   

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