C’è grande fermento intorno all’appuntamento culturale che si terrà nei prossimi giorni al Sistema Bibliotecario Vibonese, diretto dal Prof. Gilberto Floriani. Domenica 22 gennaio, alle ore 17.30, infatti, Palazzo Santa Chiara, sarà teatro di un evento di altissimo livello – dal titolo “Viaggi, confini, Utopie”- nel quale gli accademici Vito Teti e Luigi M. Lombardi Satriani, dialogheranno con lo scrittore triestino Claudio Magris.
Magris, – lo ricordiamo – che ha insegnato letteratura tedesca prima presso l’Università di Torino e poi presso quella di Trieste, si impose giovanissimo, all’attenzione della critica con Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna (1963) ed è stato poi fra i primi, a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all’interno della letteratura mitteleuropea, Ma è sicuramente Danubio (1986) – con il quale vince il Premio Bagutta nel 1986 – che lo consacra come uno dei massimi scrittori italiani contemporanei. In lui – è stato detto – “si concilia la sua esperienza personale con la memoria collettiva della storia e delle culture che compongono lo spazio dell’Europa centrale come luogo di dialogo tra le culture del Danubio e del Mediterraneo”. Tra le sue tante opere si segnalano: ”L’altra ragione. Tre saggi su Hoffmann” (Torino, Stampatori, 1978); “L’anello di Clarisse. Grande stile e nichilismo nella letteratura moderna” (Torino, Einaudi, 1984); “L’infinito viaggiare” (Milano, Mondadori, 2005); “La storia non è finita. Etica, politica, laicità”, (Milano, Garzanti, 2006); “La letteratura è la mia vendetta, con Mario Vargas Llosa, Milano”, (Mondadori, 2012). Tra i suoi romanzi più apprezzati ricordiamo poi: “Stadelmann”, (Milano, Garzanti – 1988); “Un altro mare” (Milano, Garzanti, 1991); “Le voci” (Roma, Edizioni dell’Elefante – 1994); “La Mostra” (Milano – Garzanti 2001); “Lei dunque capirà” (Milano, Garzanti – 2006) e “Non luogo a procedere” (Milano, Garzanti, 2015). Collaboratore del “Corriere della sera”, la sua vita artistica è costellata di numerosi premi e riconoscimenti tra i quali: il Premio Strega (1997), il Premio Principe delle Asturie (2004), il Premio Mediterraneo (2007), il Premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa (2005) il Premio per la pace “Friedenspreis des deutschen Buchhandels” assegnatoli a Francoforte (2009) e il Premio Letterario FIL in Lingue Romanze,conferitogli alla Fiera Internacional del Libro di Guadalajara in Messico (2014). Ha altresì ottenuto onorificenze in Italia, (Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica), Austria (Croce d’onore di prima classe per le scienze e l’arte) e Spagna (cavaliere dell’Ordine delle arti e delle lettere di Spagna).
A interfacciarsi con lui, due dei protagonisti della vita culturale e accademica calabrese: il Prof. Vito Teti e il Prof. Luigi M. Lombardi Satriani.
Il primo – come tutti sanno – è una figura di assoluto rilievo nel panorama delle Scienze antropologiche. Nato in Calabria a San Costantino di Briatico (VV) nel 1936, da cinquant’anni risiede a Roma, dove ha insegnato discipline antropologiche all’Università La Sapienza e oggi ne è professore emerito. Preside e docente della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria. Ha insegnato presso gli atenei di Messina, Napoli, Austin (Texas), San Paolo (Brasile). È presidente onorario dell’Associazione Italiana per le Scienze Etno-antropologiche e Dirige “Voci. Semestrale di Scienze Umane”. Un intellettuale che da sempre influenza il dibattito accademico italiano e internazionale con le proprie tesi.
Il secondo – anche esso molto conosciuto e stimato – è nato a S. Nicola da Crissa nel 1950. Ha insegnato presso diverse Università e ha tenuto corsi e seminari in Università e istituti culturali stranieri (Toronto, Montreal, Parigi). È professore ordinario di Antropologia Culturale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unical, dove ha fondato e dirige il Centro di iniziative e ricerche “Antropologie e Letterature del Mediterraneo”. È inoltre Direttore del Centro Demo-Antropologico “Raffaele Lombardi Satriani” e componente di numerosi organismi scientifici, italiani e stranieri, e membro di Comitati Scientifici di riviste italiane e straniere. Nell’ambito dell’attività dell’attività culturale del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unical si è occupato del recupero, della salvaguardia, della valorizzazione di testi editi e inediti di Corrado Alvaro, Lorenzo Calogero, Saverio Strati e di memorie di protagonisti del Risorgimento calabrese. Si è occupato di storia e culture dell’alimentazione, di antropologia del viaggio e dell’emigrazione, di riti e feste nella società tradizionale e in quella attuale, di antropologia ed etnografia dell’abbandono con particolare riferimento al Mezzogiorno d’Italia e al Mediterraneo. E’ autore di volumi, saggi, racconti (tradotti in inglese, francese, spagnolo), reportage fotografici, documentari etnografici.
Insomma un evento da non perdere (la sala sarà accessibile fino ad esaurimento posti). La prova – fra le tante – che la Calabria e il Vibonese in questo caso specifico – sanno produrre “buona cultura” per arricchirre un patrimonio già ricco di vestigia, di storia, di arte e di poli culturali di eccellenza come è – e lo diciamo senza timori di essere smentiti – il Sistema Bibliotecario Vibonese.