Papa Francesco, nella Messa del mattino a Casa Santa Marta, prendendo spunto dalla Lettera agli Ebrei ha affermato che la parola di Gesù è “una storia di “Eccomi”. Dall’Eccomi di Abramo, Mosè, Elia, Isaia, Geremia, fino ad arrivare al grande “Eccomi” di Maria e all’ultimo “Eccomi”, quello di Gesù. “Una storia di ’Eccomi’, ma non automatici”, perché “il Signore – ha sèpiegato -dialoga sempre con quelli che invita a fare questa strada e a dire l’eccomi.
“Fare la volontà di Dio non significa quindi – secondo il pontefice – non discutere o non arrabbiarsi col Signore, importante è essere veri e non finti e alla fine dirgli il nostro “Eccomi”. La stessa liturgia odierna ci esorta a riflettere: come va il mio “Eccomi” al Signore?: “Vado a nascondermi, come Adamo, per non rispondere? O, quando il Signore mi chiama, invece di dire ‘eccomi’ o ‘cosa vuoi da me?’, fuggo, come Giona che non voleva fare quello che il Signore gli chiedeva? – si è chiesto il Santo padre – o faccio finta di fare la volontà del Signore, ma soltanto esternamente, come i dottori della legge che Gesù condanna duramente? O guardo da un’altra parte come hanno fatto il levita e il sacerdote davanti a quel pover’uomo ferito, picchiato dai briganti, lasciato mezzo morto? Come è la mia risposta al Signore?”.
Il Signore ci chiama tutti i giorni e ci invita a dire il nostro “Eccomi” – conclude il Papa – ma possiamo “discutere” con Lui: perchè a Lui piace discutere con noi. Qualcuno mi dice: ‘Ma, Padre, io tante volte quando vado a pregare, mi arrabbio con il Signore …’: ma anche questo è preghiera! A Lui piace, quando tu ti arrabbi e gli dici in faccia quello che senti, perché è Padre! Ma questo è anche un ‘Eccomi’ … O mi nascondo? O fuggo? O faccio finta? O guardo da un’altra parte? Ognuno di noi può rispondere: come è il mio ‘Eccomi’ al Signore, per fare la Sua volontà sulla mia vita. Come è. Che lo Spirito Santo ci dia la grazia di trovare la risposta”.