Un vero e proprio piccolo Paradiso che in un qualunque posto sarebbe stato sicuramente valorizzato, riqualificato e recuperato soprattutto a fini turistici. E invece su questi luoghi sembra davvero essere calato il silenzio. L’emigrazione da un lato, dovuta alla mancanza di lavoro e alla scomparsa delle altre professioni (agricoltura, pesca, artigianato) che pur fioriscono in altri centri della nostra Calabria grazie ad amministrazioni che li hanno sapute recuperare, e le dissennate scele urbanistiche del passato che ne hanno accettuato l’isolamento e condizionato lo spostamento di intere famiglie verso altre zone della città, ha fatto si che intere strade del Borgo e dei quartieri limitrofi siano ormai del tutto abbandonate: in quattro delle ventuno vie che compongono l’assetto toponomastico di questa zona non vi è rimasta più una sola famiglia, mentre in altre undici si contano appena meno di dieci nuclei familiari. In tutta l’area, abita ormai solo il 14% delle famiglie nicoteresi. Lo spopolamento ha rafforzato il senso di “distacco” dal resto della città e inoltre costituisce una minaccia per la stessa integrità del patrimonio abitativo.
In tutti questi quartieri – con una alta pecentuale di persone anziane che ci vivono – vi è rimasta una sola attività commerciale (“u tabacchinu i cummari Lina”) e non vi è un presidio dei pubblici poteri che ricordi a questa gente di fare ancora parte della nostra Nicotera. Se non fosse per la presenza della chiesa – sempre gremita va detto – e dei comitati parrocchiali che operano in queste zone e che sono i gelosi custodi delle tradizione religiose della parrocchia – si potrebbe affermare che in pratica non ci sia vita civile.
E i problemi non mancano e non per colpa di questa gente caparbia e volitiva ma a causa della mancanza di attenzione da parte dei pubblici poteri. Parlando infatti con i residenti ci si accorge della impellenza con cui si dovrebbe cercare di porre mano alle tante “dimenticanze”. “La pubblica illuminazione – asserisce ad esempio un residente – è depotenziata e queste viuzze, che altrove sarebbero state illuminate e fatte risaltare nella loro semplice ma accattivante bellezza, qui sono al buio”. E certo non va meglio alle strade. “Nella vicina Giudecca – afferma un ragazzo del posto – le stradine sono state fatte oggetto da parte della passata amministrazione di un bel intervento di recupero, qui le condizioni delle strade invece, sono pietose, non solo per le buche presenti ma anche perchè, nel passato, invece di recuperare l’antico acciottolato si è preferito abbruttire tutto col cemento”. Un altro residente del luogo – un anziano – lamenta poi il fatto che “le stesse strade sono sporche e che gli spazzini vi compaiono di rado”.
Preoccupa inoltre il progressivo scadimento del patrimonio abitativo. Sono numerose le case che sono ormai abbandonate con tutti i pericoli (cedimenti, problemi igienici, ecc) che a questo consegue. La stessa Porta di Palmentieri – l’ultima rimasta ancora in piedi tra quelle che un tempo consentivano l’accesso alla Nicotera vecchia – è minacciata dall’usura del tempo e non vi è neanche un cartello a indicare che cosa sia e che cosa rappresenti per la storia millenaria della città. Anche le molte fontane di queste zone sono abbandonate e un altro residente si lamenta anche del fatto che “sia le istituzioni che le associazioni, trascurino questa parte della città, nelle loro inziative o nelle loro programmazioni”.
E’ un quadro preoccupante per il quale ci sentiamo di rivolgere un accorato appello alla Commissione straordinaria che regge le sorti del Comune affinchè diano almeno una prima pronta risposta ai cittadini che abitano queste zone così belle e che meritano attenzione e forse anche una visita ad hoc da parte loro, per rendersi conto di persona delle varie problematiche.