Dopo l’operazione denominata Drain, il locale circolo di Legambiente rivolge un plauso alle forze dell’ordine per avver effettuato il sequestro dell’autospurgo a Ricadi e, nella consapevolezza che “il problema della depurazione e dell’inquinamento ambientale riguardi anche lo sversamento illegale dei liquami nei torrenti e nei fossi che inevitabilmente raggiungono il mare”, invinta a non abbassare la guardia e anzi ad intensificare i controlli.
Il presidente del sodalizio, Franco Saragò, punta poi il dito sui liquami provenienti “dalle piccole frazioni teatro del sequestro, che conferiti in una vecchia vasca di decantazione, realizzata negli anni ’60, vanno a finire, senza essere depurati, nel suolo e di conseguenza nell’adiacente fiumara Ruffa e non sappiamo – afferma ancora Saragò – se il sequestro abbia riguardato anche questa vasca, della quale più volte ci siamo occupati denunciandone pubblicamente l’utilizzo”.
Ma quello della vasca presente nella frazione di Barbalaconi, a quanto pare – sempre a detta di Legambiente – non sarebbe l’unica situazione di criticità esistente, in quanto anche la vicina frazione di Ciaramiti per anni avrebbe conferito i liquami in una vasca simile per poi finire in mare attraverso il fosso dell’Arbona e “ancora oggi parte dell’abitato – dice Saragò – continua ad essere servito da questa vasca di pretrattamento con grave rischio per l’ambiente”.
“Criticità – conclude Saragò – che non ci risulta siano state rimosse nonostante l’approssimarsi della stagione estiva e il sequestro effettuato in questi giorni ne è purtroppo l’amara conferma”.
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