In preparazione del Sinodo Diocesano “La Chiesa che siamo la Chiesa che vogliamo”, si è tenuta nei giorni scorsi a Mileto nella Basilica Cattedrale una partecipata Assemblea diocesana della quale riportiamo integralmente il messaggio di saluto pronunciato dal Vescovo mons. Luigi Renzo.
“Benvenuti a questa Assemblea diocesana, con cui stiamo iniziando a scrivere a più mani una nuova pagina di storia che dovrà segnare il cammino presente e futuro della nostra Chiesa locale. Dopo quasi 60 anni dall’ultimo Sinodo, celebrato da Mons. Vincenzo De Chiara, di venerata memoria, nel 1959, siamo qui per interrogarci e lasciarci interrogare dal mondo di oggi. Vogliamo farlo per non perdere la speranza e per non sprecare gli stimoli della vita buona del Vangelo. “Non adeguatevi alla mentalità di questo mondo”, ci raccomanda il Signore tramite l’Apostolo Paolo. Ed è quello che vogliamo fare camminando con i piedi per terra, incarnati in questo ben delineato territorio vibonese, lasciandoci attrarre e guidare dalla Parola vivificante di Dio: per questo è stata scelta come icona-guida del cammino sinodale l’incontro di Gesù con la Samaritana al Pozzo di Sicar (Gv. 4, 1-26), che abbiamo proclamato e che ci è stato presentato con la splendida “lectio divina” di D. Serafino Parisi, docente di S. Scrittura all’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro.
Vorremo interrogarci per capire meglio la “Chiesa che siamo” con le sue zone di ombra, ma soprattutto con le sue luci, per lasciarci illuminare sui percorsi ecclesiali da intraprendere al fine di costruire con un impegno deciso e condiviso da tutti la “Chiesa che vogliamo”, in coerenza con le sollecitazioni che ripetutamente ci sta rivolgendo Papa Francesco soprattutto con la Esortazione Apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013).
Il Sinodo Diocesano, a cui guardiamo con attesa e fiducia, vorrà aiutarci a maturare insieme il “cammino comune”, con obiettivi comuni e senza tentennamenti o riserve di sorta. Il contesto umano e sociale in cui viviamo, particolarmente problematico ed immerso nella “cultura del provvisorio” e del “frammento”, caratterizzato da una preoccupante “apostasia silenziosa”, ci porta ad essere schiavi delle cose di questo mondo, chiusi sotto una cappa irrespirabile, in cui Dio o resta fuori, o risulta essere insignificante nelle nostre scelte concrete. Viviamo in una società, in cui le regole dell’economia e della finanza hanno sostituito quelle della morale mettendo in serio pericolo la stessa convivenza civile.
Se tutto questo costituisce un rischio per la nostra fede ridotta all’insignificanza, può altresì trasformarsi per tutti noi in una sfida ed in una spinta a ricuperare la forza di una fede profetica, che prende linfa dall’acqua viva che Gesù è venuta a portarci. La nostra fede è un tesoro che portiamo in “vasi di creta” (2 Cor. 4,7): per questo siamo chiamati a custodirla come si custodiscono le cose più preziose. Nessuno ci rubi questo tesoro, nè esso perda con il passare del tempo e con l’affievolirsi dell’impegno la sua bellezza. Ci rendiamo conto come ogni giorno la nostra fede è messa a dura prova dalle sfide del mondo: un motivo in più per cambiare le cose ed essere noi “più avveduti dei figli delle tenebre” di questo mondo. Il Questionario, che vi sarà consegnato, vuole essere una prima pista di partenza per avviarci in questo “camminare insieme” come Chiesa in stile sinodale. Come potrete notare è molto aperto per consentire a tutti di entrarci dentro, “mossi dallo Spirito di Dio”, alla ricerca del bene possibile per noi e per tutti. Vi è messo nelle mani per farne oggetto di riflessione, di ricerca e di confronto comunitario a partire “dalle periferie” per essere il più possibile interpreti delle reali esigenze e delle sfide che ci arrivano da ogni campo ed aspetto della nostra attuale presenza nel territorio.
In questa fase il lavoro delle Vicarie sarà fondamentale per non correre il rischio di ripetere il “già visto e fatto” e per non restare impantanati in qualche pozzanghera irrespirabile. Lascio alla Segretaria lo spazio necessario per illustrarlo nei dettagli e nelle procedure da seguire con entusiasmo della Samaritana dopo l’incontro con Gesù al “pozzo dell’acqua viva”. Che il Signore e la Madonna ci guidino in questo cammino che non sarà facile, ma che ci offre l’opportunità di tornare ad essere trainanti in questa nostra società, che per fortuna ancora guarda con fiducia alla Chiesa. “Non lasciamoci rubare la speranza”, come ci raccomanda il Papa, ma soprattutto non deludiamo la speranza riposta nei credenti. Auguri e buon lavoro”
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