Ci son passato sotto quel ponte la sera prima intorno alle ore 23.00. Ci stavano le impalcature e i lavori in corso. All’indomani dopo la pausa pranzo, da poco ripreso i lavori, iniziano a sentirsi scricchioli forieri del crollo e si allarmano per tempo. Purtroppo, rimarrà schiacciata una coppia, Emidio Diomede di 60 anni e la moglie Antonella Viviani, che transitava, fatalmente in quell’istante con la loro Nissan bianca, morendo sul colpo. Altri tre operai rimarranno feriti cadendo dall’impalcatura, dopo un volo di circa 7 metri, ma nulla di grave.
Sono ripassato in quel tratto di autostrada dopo due giorni di permanenza a Loreto, intorno alle ore 18.00 e si viaggiava in una corsia come promesso dai tecnici dell’A14 , riuscendo a rimuovere entro le 24 ore, l’imponete cavalcavia crollato. Il ponte non ci stava più, era stato rimosso, ma si vedevano gli appoggi sgretolati, come documentato dalle foto che ho scattato.
Troppo volte e sempre più frequentemente avvengono incidenti come quello di pochi giorni orsono del cavalcavia sull’autostrada A14 . Nei mesi scorsi il 28 ottobre 2016, era crollato il ponte di Lecco . (foto 4) In entrambi i casi ci sono vittime innocenti , non di un destino cinico e baro, ci sarà forse anche quello, ma dell’incuria e dell’imperizia umana. In una parola, vittime del declino di uno Stato e delle sue Istituzioni che si mostrano sempre più impreparate a programmare grandi opere e manutentare quelle esistenti, nonché garantire e far rispettare le norme sulla sicurezza, nonostante le leggi ad hoc emanate, – come espresso dall’Ing. Nicola Iozzo, dello Studio Tecnico E D LP di Roma- di cui ci avvaliamo di questa consulenza.
Ad ogni tragedia si ripete il solito copione : grandi discussioni e dissertazioni sull’accaduto. Le Istituzioni preposte nominano commissione tecniche per indagare e definire le cause tecniche che hanno causato il crollo, la Magistratura, dal canto suo, indaga su eventuali colpe ed inadempienze dell’Ente Appaltante e delle ditte appaltatrici. In attesa dei doverosi risultati delle indagini tecniche e di quelle della Magistratura che accerteranno eventuali cause , inadempienze e colpe, qualche considerazione è d’obbligo.
Il TUS ( testo unico della sicurezza ) D.lgs. 81/2008 – ci informa l’Ing. Iozzo – prevede una serie di adempimenti molto importanti e necessari per la salvaguardia della sicurezza dei lavoratori prima e durante l’esecuzione dei lavori. Il TUS impone la nomina del CSFP ( coordinatore della sicurezza in fase di progettazione) ,quella del CSE ( coordinatore di sicurezza in fase di esecuzione lavori), la redazione dei relativi documenti P.S.C ( piano di sicurezza e coordinamento) e P.O.S. ( piano operativo di sicurezza) a carico rispettivamente dell’Ente Appaltante e delle Ditte Appaltatrici. Tali documenti prevedono, tra l’altro, l’individuazione dei rischi e le relative misure di protezione e prevenzione da utilizzare per eliminarli, là dove possibile ,o ridurli negli altri casi. L’individuazione dei rischi richiede un’attenta valutazione dei pericoli nelle fasi lavorative e le probabilità che essi accadono.
Per quanta scrupolosa ed attenta possa essere l’analisi, può, tuttavia, capitare che essa risulti incompleta o non puntale e che non preveda o sottovaluti alcuni dei rischi presenti. Credo che l’incidente avvenuto sull’autostrada, – prosegue l’Ing. Iozzo – dal resoconto della lettura dei giornali e dalle riprese televisive trasmesse, a parte gli accertamenti sul cedimento strutturale dei pilastri di sostegno del ponte dovuto al terreno sottostante o all’improvviso cedimento dei martinetti di sollevamento, sia da addebitarsi principalmente ad una sottovalutazione del rischio crollo nell’operazione di sollevamento e risistemazione dell’impalcato. Un altro elemento è stato non aver previsto la recinzione del cantiere e l’interdizione al traffico sull’autostrada per tutto il periodo dei lavori, pensando che potesse essere sufficiente, come misura di prevenzione e protezione, il solo innalzamento delle barriere su entrambi i lati del ponte per evitare le cadute dall’alto di persone o cose.
E’ venuto meno un principio basilare sulla sicurezza che , in considerazione dell’imponderabilità del rischio anche quando si è proceduto ad una sua attenta e scrupolosa analisi ,prevede l’adozione di tutti i sistemi di prevenzione e protezione per ridurre il rischio al minimo (rischio residuo).Certamente la chiusura al traffico avrebbe provocato maggiori disagi agli utenti e costi di gestione maggiore per le imprese appaltatrici ,ma avrebbe evitato gli incidenti accaduti. La sicurezza sul lavoro ,prima che costrizione ed imposizione legislativa ,deve diventare una cultura della
società civile nella convinzione che le misure di sicurezza adottate servano a salvare vite umane . Un principio analogo vale per le verifiche e la manutenzione, pur previste per legge, da effettuare su tutte le grandi opere, strutture, manufatti ed impianti.
Dopo l’incidente di Lecco e quello dell’autostrada, piovono da ogni parte d’Italia, dalla Calabria in particolare , segnalazioni di pericolo per possibili crolli di strutture e manufatti. In Calabria vi sono ponti sull’autostrada appena realizzati ed in pericolo di crollo ,strade prive di manutenzione, opere incompiute di cui si parla da anni. La statale 106 o la trasversale delle Serre sono esempi eclatanti. Le risorse impegnate dallo Stato non sono sufficienti a garantire la dovuta manutenzione. L’Italia sta diventando il paese degli sprechi, delle ruberie, della fuga dei cervelli. Un paese, insomma, ingessato, senza lavoro e sviluppo e soprattutto senza speranza .
- Tags: Camerano, Ing. iozzo, Loreto, ponte A14 Ancona, ponte di lecco