Appello corale alla Regione: “Giù le mani dal Festival di Tropea”.

Nessun commento Share:

Ci hanno già spoliato di tutto: dalla sanità alle poche industrie che esistevano sul territorio, dai presidi ai servizi. Manca solo che chiudano il Castello Murat a Pizzo calabro, che si vendano la Rupe di Tropea a qulche magnate cinese (la chiamerebbero sicuramente “valorizzazione del territorio”), che distruggano il quartiere ebraico a Nicotera magari per farci un gigantesco fast-food e che demoliscano le mure greche di Vibo. E perchè no – magari che facciano saltare in aria il complesso cinquecentesco di Santa Chiara visto che in quell’area manca un parcheggio……

Tutto questo sembrerà uno scherzo ma purtroppo chi stamattina, sui social network, ha letto della notizia di un possibile declassamento dell’unico grande evento culturale che abbiamo su tutto il territorio provinciale – stiamo ovviamente parlando del Festival “Leggere e scrivere” di Tropea – non ha potuto non pensare che, questo processo di spoliazione continua che il vibonese è costretto da anni a sopportare. per colpa di una politica distratta e a volte persino connivente, adesso stia minacciosamente allargandosi anche all’unico settore di cui invece il territorio ha disperatamente bisogno; quella Cultura con la “c” mauiscola che invece costituisce un valore aggiunto anche per le connessioni con l’unico settore produttivo che abbiamo qui: il turismo.

E che il suddetto Festival “Leggere e scrivere” di Tropea, non sia un evento culturale minore come qualcche burocrate rinserrato tra le anguste mura del palazzo regionale possa aver pensato lo dicono i fatti e le cifre: 35000 presenze certificate nell’ultima edizione, una serie impressionanti di eventi – ben 180 – col meglio dell’intellettualità’ italiana, musica, degustazioni di cibo locale democratiche, attivita’ innovative e didattiche con i bambini, arte, ecc.

Tanto è vero che proprio qualche settimana fa, una delle commissioni consiliari – su proposta dell’ex consigliere regionale vibonese Giuseppe Mangialavori – ha approvato all’unanimità una proposta di legge con voto bipartisan per dare un riconoscimento giuridico al Festival. Pertanto, nel momento in cui, questo testo era in attesa di arrivare al voto dell’aula del consiglio regionale, non si capisce con quale motivazione si sia potuto pensare di poterlo declassare ad evento minore, quasi come se si stesse trattando di una sagra paesana o un festival di canzonette.

Tale declassamento infatti – è bene chiarirlo – nel caso si verificasse davvero, comporterebbe un danno enorme, non solo d’immagine (e questi sono tempi in cui l’immagine e la comunicazione e in questo caso la narrazione che si dòà all’esterno dell’evento stesso, sono fondamentali) ma anche in termini finanziari, in quanto – come spiegatoci dai due direttori artistici Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano, ciò non consentirebbe all’equipè della importante rassegna culturale di partecipare al bando che ogni anno assicura fondi indispensabili per la buona riuscita di questo appuntamento culturale, in sfregio quindi non solo al territorio ma anche a chi, anno dopo anno, con fatica e sagacia ha costruito dal nulla un qualcosa di unico.

U qualcosa – è bene ricordarlo – che proprio grazie alla proposta di legge che attende di essere approvata, non riguarda solo Tropea visto che il festival, viene concepito come un “evento diffuso” con iniziative che dovranno toccare tutti i principali centri della provincia: Nicotera, Pizzo calabro, Serra san Bruno, Mileto.

Resta da capire ora se è stata una “svista” o se vi è il solito tentaivo da parte di qualcuno di favorire territorio più blsonati come il cosentino o il reggino. L’allarme per ora sembra rientrato ma è certo che solo l’approvazione del provvedimento normativo di cui prima accennavamo, può mettere il Festival al riparo da altri tentativi. Per questo rivolgiamo un appello – anche a nome dei tanti che da stamattina stanno indonando di messaggi i social network in segno di solidarietà – ai consiglieri regionali (in primis a quelli rimasti a rappresentare il vibonese) di dare finalmente “a Cesare quel che è di Cesare” e approvare al più presto la proposta di legge in questione.

Condividi questo Articolo
Previous Article

Elezioni alla BCC: pronta la squadra che sostiene la candidatura di Davola.

Next Article

Rubati gli infissi di alluminio al villaggio “La Ginestra”.

You may also like