Il secondo importante test elettorale dell’anno dopo le elezioni politiche in Olanda, che ha riguardato il rimnnovo di tutte le amministrazioni comunali in Finlandia, registra una nuova batosta per l’estrema destra che – ancora una volta – quando si trova alla prova del governo, non riesce a mantenere le promesse troppo azzardate fatte in campagna elettorale.
Secondo i risultati ufficiali, se si fosse votato per le elezioni politiche, le forze che sostengono il governo di coalizione liberale di Juha Sipilä (formato dai conservatori del KOK, dai liberali di KESK e dall’estrema destra del partito dei “veri Finlandesi”) sarebbero passate dal 57% delle politiche di due anni fa al 47% di ieri, con le opposizioni che avrebbero ribaltato le posizioni.
I conservatori del KOK sono di poco il primo partito del paese con il 20.7% (-1.2%) e 1492 consiglieri comunali (-243 seggi), tallonati dai socialdemocratici dell’SDP stabili al 19.4% e 1696 seggi (33 rispetto alle comunali del 2012). Il partito del primo ministro – KESK- scivola al terzo posto al 17.6% (-1.1%) e 2823 seggi (-253). Quarto partito i Verdi del Vihr che balzano al 12.4% (+3.9) – a Helsinki nella capitale sono arrivati al 24%) – e 536 seggi (+213). Cresce per la prima volta dopo anni anche la sinistra radicale del VAS all’8.8% (+0.8%) e 661 seggi (+21). In leggera crescita anche i Cristianodemocratici dell’SKD al 4.1% (+0.4%) e 314 seggi (+14) e il partito della minoranza svedese al 4.9 (+0.1%) e 470 seggi (-10).
In attesa del grande test di fine mese – quello delle elezioni presidenziali in Francia – dunque l’strema europea registra un altro arretramento. Vistoso visto che alla politiche di due anni fa appena il partito dei “Veri finlandesi” aveva racoclto il 17.6% dei voti e oggi si ritrova quindi praticamente dimezzato. Un segnale questo che certo farà piacere a Beruxelles.