“L’Ordinanza non va revocata”. D’Agostino del movimento 14 luglio contro la Sorical

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In una nota diramata sui media nei giorni scorsi, la Sorical chiede ai Commissari che amministrano attualmente il comune di Nicotera, la revoca dell’ordinanza del settembre 2014 con la quale si è fatto divieto dell’uso umano dell’acqua nella frazione Marina.

La motivazione di tale richiesta troverebbe fondamento nell’asserita potabilità dell’acqua, definita all’attualità “perfettamente potabile” a giudizio della società regionale.

Tale asserzione non trova fondamento -ad avviso di Antonio D’Agostino Delegato tecnico del Movimento 14 luglio spiegando i seguenti motivi. “Parto col dire che le ultime analisi pubblicate dall’ASP di Vibo Valentia – ed ormai datate – sono relative a prelievi del 7 marzo scorso per la frazione Marina (uscita del serbatoio Sorical) e del 29 marzo per il capoluogo (uscita serbatoio Preitoni). Per le prime l’ASP ha dato un giudizio di conformità mentre per le seconde ha espresso un parere sfavorevole per la presenza di manganese (74 microgrammi/litro) superiore ai limiti consentiti (50 microgrammi/litro). Si dirà: ma se per la Marina il giudizio è positivo, perché non revocare l’ordinanza? La risposta è meno complicata di quanto possa sembrare e provo a chiarire il perché.

Fino a prova contraria l’acqua che giunge ai due serbatoi proviene da una stessa origine, che è quella dei pozzi Medma, dove, com’è noto, esiste un sistema di filtraggio. Questo dovrebbe trattenere il metallo incriminato, annullandone la presenza in tutte le adduttrici a valle. Ma le ultime analisi citate (serbatoio di Preitoni) ci dicono il contrario. Dal ché scaturiscono due ipotesi: la prima è che il sistema di filtraggio non ha un’efficacia costante; la seconda è che il manganese (pur trattenuto a monte), si trova nelle condotte adduttrici che collegano la testa dell’impianto ai serbatoi. Entrambe le ipotesi non lasciano tranquilli per cui alla luce ed in ossequio a quel “Principio di precauzione” sancito dal Codice dell’ambiente (D.lgs. 152/2006), è da ritenersi giusta ed opportuna la scelta dei Commissari di non revocare l’ordinanza de qua. Ma vi è di più. Com’è noto la SORICAL è impegnata da mesi a sanificare la rete idrica della Marina dove negli anni, in mancanza di adeguati e doverosi trattamenti a monte, si sono accumulate notevoli quantità di manganese la cui caratteristica è quella di colorare l’acqua con varie tonalità di marrone.

Il ché non è soltanto un fatto estetico poco piacevole, – prosegue D’Agostino- ma implica purtroppo una serie di rischi per la salute degli utenti anche se la SORICAL continua a dissentire da ciò pretendendo di modificare motu proprio la normativa esistente e in più di sostituirsi all’unico soggetto chiamato a tutelare la nostra salute: l’Azienda sanitaria. Ad onor del vero va detto che, dopo i lavori eseguiti (con colpevole ritardo) la situazione è notevolmente migliorata anche se non è risolta del tutto. Cosa dunque potrà ridare tranquillità ai Marinoti e restituir loro un diritto negato per così lungo tempo? Soltanto un monitoraggio completo ed espletato per un tempo congruo dall’Arpacal e, in autotutela, dal Comune di Nicotera. Un monitoraggio il cui onere finanziario non può che porsi a carico della SORICAL e che non deve riguardare soltanto il serbatoio di accumulo ma interessare tutti i rami della rete dove si è operato; ciò al fine di essere certi che il manganese, ma anche lo pseudomonas aeruginosa (che ha fatto più volte capolino), siano stati debellati definitivamente. Ovviamente vi è un altro profilo che non può essere sottaciuto e rispetto al quale la SORICAL dovrà dar conto. E’ quello dei danni apportati alla rete che si sono riverberati in questi anni sui cittadini che hanno, per colmo di beffa, continuato a pagare le bollette.

In ultimo, ma non ultimo, va detto che, nel recente incontro nicoterese alla presenza del Presidente Oliverio, uno dei tecnici della Società che ha operato sulla rete, ha, con molta onestà, dichiarato che da una tubazione regionale, dismessa da tempo immemorabile, veniva sversata nel sottosuolo una notevole portata idrica, parte consistente di quell’80-90% di perdite riscontrate soltanto ora, ma che hanno costituito per anni un notevolissimo danno per l’erario comunale. Di ciò, ci si augura, i Commissari vorranno tener debito conto valutando l’opportunità di dar corso alle azioni di recupero a tutela dell’ente e, quindi, dei cittadini amministrati.”

 

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