Università antimafia, ricordate le donne vittime di violenza

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arcangelo badolati
arcangelo badolati

Un seminario “Nel ricordo di Maria Chindamo” per liberare ancora una volta un deciso no alla violenza, alla sopraffazione, all’arroganza criminale e ricordare tutte le donne vittime della subcultura ancora dominante in certi territori. Un seminario per rinnovare ai familiari dell’imprenditrice scomparsa la piena vicinanza nella ricerca della verità e, soprattutto, per lanciare ai giovani il monito a tenersi lontani dalle facili illusioni che quasi sempre finiscono col rovinare la vita. E i giovani diventano protagonisti della manifestazione i cui contenuti mirano chiaramente a rafforzare le loro capacità di confrontarsi con realtà non facili. Ad aprire i lavori ci pensa Mariarosaria Russo, dinamica dirigente dell’istituto “Piria” di Rosarno, nonché responsabile organizzativa dell’università dell’Antimafia. Un intervento breve, ma incisivo nel corso del quale legge un messaggio del viceministro Bubbico, lontano da Limbadi per motivi istituzionali.

mariarosaria russo
mariarosaria russo

Messaggio nel quale l’esponente del governo Gentiloni si premura di <presentare il convinto plauso all’evento> nonché la condivisione <dell’attestato di profonda stima che l’intera collettività intende tributare al ricordo delle donne vittime innocenti delle mafie>. Bubbico rimarca l’importanza dell’incontro ed auspica ancora che l’impegno per sensibilizzare i giovani ed esortarli a stare lontani dalle tentazioni si moltiplichino nel tempo. Loda l’impegno dei ragazzi del “Piria” costantemente in prima linea nelle iniziative di valenza sociale.

marisa manzini
marisa manzini

Un tema che Marisa Manzini, presidente del Comitato scientifico del Centro antimafia, amplia alla sua maniera partendo dal ricordo di Maria Chindamo sua scomparsa per poi ricordare <alla popolazione che deve ribellarsi alla mentalità tipicamente mafiosa in una terra come la Calabria ai primi posti tra le regioni per numero di donne uccise o scomparse>. Peraltro <questi sono i momenti per sensibilizzare e far riflettere i ragazzi – aggiunge – sulle modalità di cambiamento in una zona in cui la donna rimane oggetto da possedere senza avere alcun diritto di scelta>. Apprezzato anche il suo appello ai giovani a volersi impegnarsi nella creazione di un mondo diverso e ricco di principi sani perché <l’amore tocca tutte le età>, ma innamorarsi delle persone sbagliate significa prepararsi <un futuro di morte sociale e concreta>.

Il compito degli adulti è quello di aiutarli a conoscere la mafia per consentire loro di isolarla. E i giovani dimostrano di gradire i suggerimenti seguendo con grande attenzione le parole della Manzini, nonché quelle di Arcangelo Badolati che ricostruisce, con la meticolosità che gli è abituale, la storia di tutte le donne che nell’area della Piana di Gioia Tauro e dintorni hanno perso la vita perché la subcultura criminale ha impedito loro una qualsiasi libertà di scelta, una qualsiasi possibilità di inseguire un sentimento, un sogno, un’illusione. Tra gli applausi parla anche Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, protagonista di una lotta coraggiosa e instancabile nella ricerca di una verità che possa svelare il mistero della scomparsa della congiunta.

alunni teatro “piria”

Un contributo convincente arriva pure dal don Pino De Masi, referente di Libera nella Piana di Gioia Tauro che rinnova la vicinanza della Chiesa a tutte le donne vittime di forme di restrizione delle loro libertà. Per portare un saluto ai presenti interviene anche don Massara, parroco di Limbadi, sempre pronto a sottolineare le positività di una comunità che ha voglia di guardare al futuro a testa alta. Finiti gli interventi, la scena è tutta degli alunni del laboratorio teatrale del “Piria” che, negli spazi esterni dell’università dell’Antimafia, danno vita a un “flash mob” che ha come filo conduttore la ricerca della legalità. Spazio anche all’orchestra “Tirrenium” diretta dal maestro Maurizio Managò, che nella chiesa dell’Addolorata tiene un applaudito concerto.

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