Il PDK -Partia Demokratike e Kosovës (Partito democratico del Kosovo) è il vincitore delle seste elezioni svoltesi ieri nella piccola repubblica balcanica.
La coalizione guidata dal PDK che comprende la AAK – Aleanca për Ardhmërinë e Kosovës (Alleanza per il futuro del Kosovo) di orientamento conservatore e Nisma për Kosovën – NK (Iniziativa per il Kosovo) – di orientamento socialdemocratico – ha ottenuto il 34.5% dei voti.
L’Alleanza ha staccato sia il movimento nazionalista Lëvizja Vetëvendosje (VV) che si batte da sempre in maniera molto decisa per l’autodeterminazione completa del piccolo paese balcanico e che ha ottenuto il 26.7% dei voti che la LDK – Lidhja Demokratike e Kosovës (Lega democratica del Kosovo) di orientamento conservatore e che si presentava assieme alla Aleanca Kosova e Re (AKR), soggetto politico di area liberale. Al quarto posto – con il 5.7% dei voti – Građanska Inicijativa Srpska Lista (GISL) che tutela gli interessi della minoranza serba del Kosovo.
Da sottolineare che i nazionalisti di VV hanno ottenuto un successo praticamente raddoppiando i voti del 2014 (13.6%) mentre la somma dei voti del’alleanza LDK-GISL è inferiore a quella raccolta tre anni fa dai due soggetti politici separatamente (29.9%), Stesso discorso per il cartello elettorale vincente PDK-AAK-NK i cui partiti separatamente avevano raccolto il 45.1% dei voti nelle scorse legislative. Imncremento di mezzo punto per la lista serba.
La vittoria dei “partiti dell’UÇK”, alleati dell’ultim’ora e acerrimi avversari fino a poche settimane fa, non significa però una chiara e facile formula per creare il prossimo esecutivo. Ramush Haradinaj, indicato come candidato premier dalla coalizione, avrà infatti bisogno di trovare alleati di governo, impresa non sempre facile in Kosovo, dove i negoziati politici sono lunghi e complessi.
Le elezioni anticipate seguono infatti la rottura del governo di coalizione uscente.
Preoccupa negli osservatori anche il dato sull’affluenza che si è attestata attorno al 41%