I docenti GAE della provincia di Vibo Valentia scrivono al ministro della pubblica istruzione, Valeria Fedeli

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I docenti delle graduatorie ad esaurimento della provincia di Vibo Valentia hanno scritto una lettera al ministro della pubblica istruzione, Valeria Fedeli, per spiegare la propria situazione.

Gent. Ministra,
siamo i docenti GAE della provincia di Vibo Valentia. Innanzitutto intendiamo ringraziarla in quanto è stata l’unica Ministra a prendere in considerazione i residuali GAE, rimanendo ferma sulle sue posizioni volte a non sbloccare il vincolo triennale di permanenza previsto dalla “Buona scuola” per gli insegnanti assunti lo scorso anno. La preghiamo di mantenere queste posizioni, in quanto la deroga a tale vincolo comporterebbe per noi docenti GAE ulteriori penalizzazioni che non possiamo subire. Siamo rimasti nelle GAE perché due anni fa, all’entrata in vigore della “Buona scuola” abbiamo scelto di non produrre domanda per l’ottenimento del ruolo in quanto ci si prospettava il concreto rischio di essere assunte in una qualsiasi delle 100 province italiane.

L’anno scorso, a decisioni e ad assunzioni avvenute, l’emendamento Puglisi ha annullato il vincolo triennale di permanenza dei nuovi assunti; pertanto anche i colleghi di fase B e di fase C, che due anni fa hanno deciso consapevolmente di produrre domanda per tutte le 100 province italiane, hanno potuto inoltrare domanda di assegnazione provvisoria interprovinciale.

La conseguenza è stata la perdita dei posti che spettavano a noi docenti presenti in Gae; inoltre, non abbiamo ricevuto nessun incarico annuale. Noi GAE, l’anno scorso, abbiamo manifestato anche a Roma davanti al MIUR, ma l’allora ministra Giannini si è rifiutata di ascoltarci. Quest’anno confidiamo in Lei, gentile ministra, perché non possiamo più essere vittime di ingiustizie. Siamo precari storici, con oltre vent’anni di servizio alle spalle, che operano nelle scuole con serietà e competenza; abbiamo anche famiglie da mantenere, nella maggior parte dei casi monoreddito, e non possiamo più vedere i nostri posti di lavoro soffiati da chi ha scelto CONSAPEVOLMENTE di produrre domanda pur conoscendo il rischio concreto di doversi trasferire in province diverse dalla propria.

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