Il contatore dell’elettricità salta più volte nella stessa mattinata, i servizi di radiologia e prelievo analisi del sangue vanno in tilt. Inutile cercare l’elettricista in servizio nella struttura ospedaliera perché dislocato su Vibo ed inutile sollecitare l’invio di quello operante nell’ospedale di Tropea perché non disponibile. Arriva, inevitabilmente, la disposizione di chiudere tanto il laboratorio di radiologia che quello riservato al prelievo del sangue. Puntuali scattano le proteste dei pazienti rispediti a casa e invitati a tornare a guasto riparato. Disagi su disagi con l’utenza sempre più stanca di subire. Troppi disservizi, troppe carenze. E sempre a danno di Nicotera, anello debole di una catena ormai vicina a spezzarsi. Il disappunto, in effetti, è tanto ed i commenti negativi si rincorrono coinvolgendo il management aziendale sempre più lontano dai problemi della periferia. Il tutto in contrasto con le strategie strombazzate ai quattro venti e che vorrebbero il potenziamento della medicina sul territorio anche per alleggerire le strutture centrali. Niente di tutto questo. Almeno per quanto riguarda Nicotera.Qui l’elenco delle inadempienze aziendali si fa ancora più lungo. Pur essendoci introiti notevoli di ticket, la qualità dei servizi tende ad abbassarsi e gli ambulatori attivi sono sempre di meno.
I dipendenti che vanno in pensione non vengono sostituiti. Si fa prima a chiudere l’ambulatorio. Provvisoriamente. Poi, tutto diventa definitivo. A distanza di dieci anni, infatti, non è stato più riattivato l’ambulatorio di oculistica, anzi tutte le attrezzature sono state dirottate su Serra San Bruno a corredo del servizio attivato in quella realtà. Porte chiuse da circa cinque anni anche per la dermatologia, la ginecologia, l’ortodonzia e l’otorino, servizi che funzionavano bene richiamando utenza anche dai centri della vicina Piana. Sei mesi fa è andato in pensione l’ortopedico, ma nessuno s’è preoccupato di garantire la continuità delle prestazioni specialistiche, così come nessuno si preoccupa di colmare il vuoto lasciato dal pensionamento del tecnico della radiologia. A tutto ciò si aggiunga che sono stati disattivati i servizi relativi a rinnovo patenti e visite fiscali, mentre le vaccinazioni è possibile eseguirle solo due giorni a settimana. Come se non bastasse, per avere l’autorizzazione all’esenzione per la cura del colesterolo gli interessati devono raggiungere Serra San Bruno, città lontana circa 80 chilometri e mal collegata. Fatica a stabilire un contatto con il direttore dell’Asp anche la triade commissariale alla quale, comunque, è stata comunicata la presenza in città di un’ambulanza del 118 per il periodo estivo. Peraltro, con l’ultimo atto aziendale approvato lo scorso settembre i tre distretti sanitari sono confluiti nell’unica sede di Vibo. A distanza di dieci mesi, però, non c’è traccia del nuovo responsabile di distretto. Navigazione a vista. Ma sino a quando?