“In un territorio come quello calabrese, dove la stragrande maggioranza dei centri urbani – ben 316 sui 405 esistenti – si colloca sotto la soglia delle 5000 anime, l’approvazione della legge sui piccoli comuni può costituire un valido strumento per contrastare lo spopolamento di intere aree”.
Lo ha affermato il CeSNi (Centro Studi nicoterese) che in una sua nota sottolinea innazitutto come, per la prima volta in Italia “viene istituito un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli centri urbani con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2017, e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023 e anche se ciò non è molto e un Fondo che può e deve essere implementato e per perseguire questo obiettivo andrà esercitata la massima pressione possibile sul governo nazionale”
Il CeSNi – continua ancora la nota – plauda al fatto che, entro sei mesi, la legge prevede il varo di un Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni finalizzato: a) alla qualificazione e la manutenzione del territorio, b) alla messa in sicurezza e riqualificazione delle infrastrutture stradali e degli edifici pubblici; c) alla riqualificazione e accrescimento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico; d) all’acquisizione e riqualificazione di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado, anche al fine di sostenere l’imprenditoria giovanile per l’avvio di nuove attività turistiche e commerciali; e) all’acquisizione di case cantoniere e del sedime ferroviario dismesso per le finalità di cui all’articolo 6, comma 1; f) al recupero e riqualificazione urbana dei centri storici, anche ai fini della realizzazione di alberghi diffusi; g) al recupero di beni culturali, storici, artistici e librari, ai sensi dell’articolo 7; h) al recupero dei pascoli montani”.
“Oltre a ciò – si legge ancora nella nota – i piccoli comuni potranno individuare, all’interno del perimetro dei centri storici, zone di particolare pregio, dal punto di vista della tutela dei beni architettonici e culturali, nelle quali realizzare, interventi integrati pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione urbana, nel rispetto delle tipologie costruttive e delle strutture originarie, attraverso gli strumenti a tale fine previsti dalla vigente normativa statale e regionale in materia. E i centri storici dei nostri comuni calabresi ben si prestano a d accogliere sia strutture ricettive turistiche che attività artigianali”.
“Un altra occasione – continua il CeSNi – è la possibilità di stipulare con le diocesi della Chiesa cattolica delle convenzioni per la salvaguardia e il recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari degli enti ecclesiastici o degli enti delle confessioni religiose civilmente riconosciuti. Anche in questa caso il legislatore è stato accorto anche perchè è davvero molto consistente la fetta di patrimonio storico e artistico custodita nelle chiese calabresi, nei conventi e nei musei diocesani”.
“I piccoli comuni, – sottolinea il CeSNi – potranno promuovere, anche in forma associata, il consumo e la commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta e dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro utile, e potranno destrinare specifiche aree alla realizzazione dei mercati agricoli per la vendita diretta. Un ‘ottima cosa anche questa visto che il 61% dei turisti che vengono in Italia cerca cibo sano e genuino”.
In ultimo – si legge ancora – sarà varato il Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane, con particolare riguardo al collegamento dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione delle attività didattiche e amministrative che si svolgono nei medesimi plessi. Un fatto di equità e di giustizia sociale in quanto l’istruzione è un diritto costituzionlmente garantito”.
“Ci auguriamo quindi – conclude la nota – che adesso i comuni calabresi si attivino per attingere ai finanziamenti previsti dalla legge”.