Con poche, ma ben chiare parole d’ordine, la Cgil Calabria, unitamente alla Uil, ha deciso di mobilitarsi il prossimo 16 novembre per chiedere, in particolar modo al Governo Regionale, una inversione di tendenza, un radicale cambio di passo per ridare all’intera regione Calabria una prospettiva seria di crescita e sviluppo. Come Filcams Calabria, saremo presenti con tutte le nostre Strutture e i nostri iscritti, condividendo totalmente la piattaforma rivendicativa, e soprattutto per evidenziare le gravi criticità che da tempo colpiscono i nostri settori contrattuali, che necessitano di interventi ed iniziative mirate anche da parte dell’Ente Regione
“Come Filcams Calabria, da settimane- si legge in una nota – stiamo lavorando, in preparazione di questo cruciale appuntamento, insieme ai lavoratori ed alle lavoratrici calabresi: oltre 50 saranno le assemblee, distribuite in tutte le province, che anticiperanno la manifestazione del 16. E dunque, ci saremo convinti di poter aprire un canale di dialogo costruttivo con le nostre Istituzioni Regionali, con il precipuo scopo di voler presentare le nostre proposte come rappresentanti di una categoria produttiva che ha una grande rilevanza per la Calabria. Le difficoltà di settore e del sistema regionale, infatti, che si sono prolungate ormai da troppo tempo, hanno fortemente trasformato il mercato del lavoro: aumento del part-time involontario, del lavoro somministrato, dei contratti a termine, l’utilizzo dei voucher, in particolare nel settore del turismo, sono solo alcuni dei cambiamenti significativi che si sono riversati negativamente sui lavoratori. Il processo di terziarizzazione dell’economia ha sempre più determinato un lavoro in appalto nei servizi (pulimento, logistica, vigilanza) come in parti rilevanti della produzione, con il risultato di un lavoro fatto da orari ridotti, spesso sottopagati e incertezza della continuità lavorativa. Negli ultimi anni dunque, avvantaggiati da una grave crisi economica, si sono generate nuove forme di lavoro precario che non permettono un reale e sicuro sostentamento economico, e lasciano migliaia di lavoratori calabresi con un futuro incerto. Come Filcams Calabria, avvertiamo l’esigenza di rompere questo schema ponendo l’alternativa e diventando attori di una proposta di cambiamento. Tre, dunque, sono i punti fondamentali su cui vorremmo poterci confrontare con la Regione Calabria, per poter costruire una nuova via. Punto primo: Il Commercio. E’ per noi essenziale elaborare un nuovo Piano Regolatore del Commercio in Calabria, soprattutto in considerazione del fatto che i grandi centri commerciali stanno chiudendo, e che nuove apertura sono attualmente deregolamentate, aumentando sempre più il rischio della rottura del difficile equilibrio esistente tra commercio di prossimità e grandi strutture. In questo settore, l’unica cosa che si registra con preoccupante crescita è la perdita di posti di lavoro. Bloccare la liberalizzazione degli orari, quella delle licenze, fermare il caos nel commercio scongiurando la perdita di molti posti di lavoro, va nel senso della difesa dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori. In questi anni abbiamo sofferto la mancanza di un interlocutore istituzionale diretto, come ad esempio un Assessore Regionale con delega specifica, ma ciò non toglie che sia ancora possibile l’attivazione di una politica di riorganizzazione del settore commercio che guardi, da un lato, alle necessità del territorio e quindi dei cittadini e, dall’altro, alla tutela dei livelli occupazione e quindi dei lavoratori.
Secondo punto: il Turismo. Pur riconoscendolo come fondamentale volano di crescita per la nostra regione, riteniamo che esso vada sostenuto attraverso specifiche politiche di rilancio adeguate. Il turismo in Calabria oggi è debole, limitato, incapace di fornire servizi adeguati, incapace di attrarre flussi consistenti e soprattutto incapace di valorizzare e sfruttare le reali potenzialità che la nostra Regione ha. Non solo quindi un turismo estivo e prevalentemente balneare, ma valorizzare il turismo invernale, quello congressuale e religioso, quello termale e quello culturale, ambientale, paesaggistico ed eno-gastronomico.
Sarebbe da miopi cullarsi del aumento delle presenze turistiche di quest’anno in Calabria, se non si affrontano con immediatezza le criticità evidenti che in questo settore si registrano e si sono registrate con più evidenza in questa stagione estiva appena trascorsa. Come sindacato di categoria, riteniamo necessario lavorare sull’ambiente, sulla sua tutela, così come sul sistema del Trasporto Pubblico Locale e sulle grandi reti di infrastrutture e dei Trasporti (porti, aereoporti e ferrovie) che collegano la nostra regione con il resto del Paese e del mondo. Si tratta, inoltre, di programmare attrazione ed offerta turistica per l’intero anno solare. Serve dunque un turismo di qualità, competitivo certamente, ma non intervenendo solo sul costo del lavoro, che spesso si traduce in sotto salario, lavoro nero e sommerso. Alla Regione e al suo Presidente rinnoviamo ancora una volta la richiesta di un immediato intervento e la convocazione di uno specifico incontro con le OOSS e i responsabili delle strutture termali, per affrontare la crisi in cui versano le nostre strutture e l’intero indotto che si regge sulle attività del termalismo. Questo importante settore è da troppo tempo lasciato nel dimenticatoio delle politiche di rilancio e di ammodernamento, e la quasi totalità delle strutture termali calabresi sono sempre più vicine al rischio della chiusura dell’attività.
Terzo punto: gli Appalti. Questa è una questione irrisolta che ha avuto come aggravante la mancata diminuzione delle esternalizzazioni da parte degli enti pubblici. Per noi della Filcams è un sistema che va interamente rivisto, per ridare dignità e tutela al lavoro. Si tratta questioni che si inseriscono nel circuito generale del cosiddetto sistema degli appalti al massimo ribasso che, in tale periodo economico incerto, implicano delle conseguenze non solo di stampo occupazione, ma soprattutto, di carattere politico-istituzionale. Riteniamo allora fondamentale il ripristino delle clausole sociali negli appalti, l’utilizzo dell’offerta economicamente più vantaggiosa e il vincolo dell’applicazione della clausola sociale per tutelare e garantire la tutela dei lavoratori e dei posti di lavoro nonché per tutelare i trattamenti retributivi e previdenziali dei lavoratori attraverso la responsabilità solidale, per contrastare l’illegalità, l’evasione, le infiltrazioni malavitose e la corruzione, contrastare il massimo ribasso. Su questi punti, e su tutte le nostre rivendicazioni, a partire dalla manifestazione del 16 novembre, solleciteremo il dialogo e il confronto con la Giunta Regionale ed il Presidente Oliverio, certi che con un cambio di passo nelle politiche regionali e soprattutto del governo nazionale verso il Lavoro, il Mezzogiorno e la Calabria, si possano ottenere quei risultati positivi per il miglioramento ed il riscatto economico e sociale della nostra Regione”.