La Chiesa di S. Maria Assunta o ad Nives ad Isola di Capo Rizzuto.

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L’ex Cattedrale di Isola di Capo Rizzuto, intitolata a S. Maria Assunta o Ad Nives, venne fatta costruire nel corso del XVI secolo da Giovanni Antonio Ricca, feudatario del luogo e sorge probabilmente su un preesistente sito di un monastero basiliano.

L’edificio ha subito nel corso dei secoli notevoli interventi che ne hanno mutato la fisionomia ma l’impianto si presenta a tre navate, con una sobria facciata profilata da volute con portale d’ingresso, in materiale lapideo, elaborato da maestranze calabresi, opera successiva e sovrapposta ad un ingresso originario, questo si evidenzia sia dai motivi decorativi descritti in precedenza che dal fuori asse rispetto al piccolo oculo, perfettamente centrato rispetto alla facciata.

 L’interno presenta un’ampia navata scandita da pilastri rivestiti di lastre marmoree che sostengono sei arcate che si aprono su altrettante cappelle laterali. Il soffitto ligneo, dipinto con motivo a cassettoni, riveste l’intera navata centrale lasciando spazio soltanto nel coro alla crociera costolonata impreziosita dallo stemma della famiglia Ricca. La prima cappella della navata sinistra, profilata da lesene lapidee scanalate e adagiate su alti piedistalli, è dedicata alla Madonna del Rosario tra i quindici misteri, come si evince dalla tela racchiusa in un altare barocco raffigurante la Vergine in trono attorniata da una schiera di santi in adorazione; nel sacello sono conservate, inoltre, diverse epigrafi e lapidi tra cui quella datata 1582 che ricorda l’istituzione della cappella in favore del Vicario diocesano Giovanni Bernardo Cochinella.

Proseguendo lungo la navata si aprono altre due cappelle dedicate rispettivamente al cuore di Gesù e alla Vergine, entrambe caratterizzate da cupole affrescate in cui si conservano altari o edicole marmoree. Nella navata destra, invece, si aprono una serie di sacelli di rilevante interesse storico artistico. La prima cappella presenta, sul basamento dell’altare, gli stemmi scolpiti a rilievo del vescovo Caracciolo, ricordando l’importanza rivestita dal presule nella città. Le fonti narrano delle iniziative del vescovo volte a tutelare Isola dalle incursioni turche e l’impegno con cui arricchì di suppellettili la cattedrale per dare lustro alla diocesi; la seconda cappella, dedicata all’Assunta, conserva il dipinto che ripropone la celebre Madonna Assunta di Tiziano inscritta in un fastoso altare barocco; l’ultimo sacello è dedicato alla Madonna Greca in cui è esposta l’icona lignea della Vergine col Bambino, immagine molto diffusa nell’iconografia calabrese che ritrae la Madre che sostiene il figlio adagiandolo dolcemente alla sua guancia. Secondo la tradizione, la tavola sarebbe giunta via mare, durante il periodo iconoclasta, e conservata in un primo momento nella chiesa della Madonna del Faro e traslata successivamente presso la Cattedrale di Isola.

Il presbiterio, con volta decorata impostata su quattro pilastri che si aprono su altrettante volte a tutto sesto, conserva, adagiato al primo pilastro destro, il fonte battesimale lapideo e sul lato opposto la cattedra vescovile. Quest’ultima, lavorata in marmi policromi, fu fatta eseguire dal vescovo Lancellotti intorno al XVIII secolo, a cui si deve anche la realizzazione dell’altare maggiore. Adagiata in prossimità dell’abside è presente un’altra cattedra vescovile in noce intagliata in cui si riconosce sullo schienale lo stemma del vescovo Francesco Marino, ascrivibile al XVII secolo.

La Cattedrale di Isola sopravvisse fino al 1818 anno in cui, con la soppressione di diverse diocesi, fu accorpata all’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina.

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