<Mettere in sospeso abitudini e socialità è un’occasione unica per fermarci a riflettere sul mondo in cui vogliamo continuare a costruire. Siamo ancora lontani da parole che non si sono tradotte in elementi portanti, come: smart cities, smart working, e-learning, green economy, interconnectivity e networking> Questo è quanto sostiene Antonio Sanchez Fraga, Amministratore delegato della RinascimentoRe società del settore immobiliare di prestigio con sede a Roma.
<La pandemia del Coronavirus e le conseguenze di essere costretti a restare in casa, lo svuotarsi delle città, l’impossibilità di esercitare la nostra libertà di movimento ed il dover mettere in sospeso le nostre abitudini e la nostra socialità – prosegue Sanchez Fraga – sono un’occasione unica per fermarci a riflettere sul mondo in cui vogliamo continuare a costruire e sulle vere cose importanti della nostra vita. Acquisire prospettive ed allargare gli orizzonti, in questi giorni, ci aiuteranno a ripartire con nuovo slancio correggendo la rotta verso il bene comune e quello che papa Francesco, nella sua enciclica “Laudatio Sii”, ha denominato la cura della Casa Comune, cioè l’attenzione, il rispetto e la cura del Creato, mettendo al centro la dignità di tutte le persone umane.
In papa Francesco, il primato del tempo sullo spazio gli ha permesso di avviare cambiamenti e processi di rinnovamento di lunga durata in quello che Lui ama chiamare una Chiesa in uscita, facendola uscire da dinamiche autoreferenziali per occuparsi di tutte le periferie umane e combattere la globalizzazione dell’indifferenza. Prendendo l’esempio di papa Francesco e pensando alla ripartenza dopo l’emergenza, vorrei tracciare alcune linee guida di quello che potremmo denominare: il settore del Real Estate “in uscita”, che possa finalmente superare il limite dell’autoreferenzialità e si occupi di rigenerare con una visione innovativa i luoghi e gli spazi del nostro vivere in comune che sono fatti di immobili, infrastrutture immobiliari, spazi verdi e natura.
Vedere in questi giorni le città svuotate – osserva Sanchez Fraga – senza persone e senza macchine in circolazione, permette di apprezzare la bellezza di strade, piazze e palazzi ma mette anche in evidenza le carenze del decoro urbano, dei servizi comuni, dello stato di conservazione e manutenzione, dalle buche, all’illuminazione, alla raccolta di rifiuti. Inoltre, rende palese quanto siamo ancora lontani da parole che riempiono la bocca, ma non si sono tradotte tuttora in elementi portanti di un piano a livello nazionale. In concreto, si parla (con eccesso di terminologia inglese) di: smart cities; smart working; e-learning; green new deal; green economy; interconnectivity e networking.
Ma di fatto è bastata la chiusura di scuole ed Università nonché uffici e locali commerciali per mettere in luce che non siamo pronti e preparati e che siamo ancora molto poco “smart”. Tuttavia, questo, anziché deprimerci rappresenta un’opportunità di crescita ed il punto di partenza per un piano di sviluppo ed investimenti su tutto il territorio nazionale in: infrastrutture in dissesto idrogeologico e sismico; infrastrutture ed opere pubbliche fatte con gare pulite, veloci, rispettose di tempi e costi perché frutto di un nuovo senso di responsabilità ed interesse per il bene comune.
Intermodalità: integrazione ed ammodernamento della rete autostradale dei porti, aeroporti e del sistema ferroviario (treni alta velocità e treni regionali); nuova logistica avanzata a servizio di imprese e cittadini, e-commerce; ammodernamento di distretti industriali esistenti 4.0; efficientamento energetico; investimenti in energie rinnovabili; servizi di pubblica utilità, in particolare ripensamento del sistema di raccolta e riutilizzo di rifiuti con una visione di economia circolare e sostenibilità; sostegno e ammodernamento del settore turistico ricettivo; sostegno e priorità del mondo dei Beni Culturali che caratterizzano il Bel Paese: chiese, musei, teatri, cinema, parchi tematici ecc… ; creazione di nuovi centri di aggregazione: nuova generazione e ri- pensamento di centri commerciali e di divertimento; ammodernamento ed efficientamento del comparto abitativo residenziale, che non si può limitare al cosiddetto “bonus facciate”; efficientamento e riorganizzazione degli immobili dedicati agli uffici della Pubblica Amministrazione; stimolo di progetti di rigenerazione urbana ripensando alla vocazione e caratteristiche di ogni singola città e regione.
Questo piano di investimento – conclude Antonio Sanchez Fraga – frutto di una nuova visione del Paese, farà ripartire l’intera filiera dell’immobiliare ed intendiamo per filiera tutti i settori collegati con il mondo della costruzione e dell’immobiliare, quindi, dai settori industriali di produzione di materiali per la costruzione e l’edilizia, alle imprese di costruzioni, agli sviluppatori immobiliari alla finanza immobiliare, a tutto il settore dei servizi e professionisti collegati per non parlare delle industrie del mobile e del design e di tutti i beni e servizi che vengono prodotti per la abitazioni dei cittadini residenti in Italia.
In definitiva, il far ripartire la filiera dell’immobiliare si traduce nel rilancio dell’economia del Paese e, quindi, nella creazione di posti di lavoro e di un nuovo benessere rispettoso del bene comune tra le persone e della natura chiamata da Papa Francesco “la nostra amata Casa Comune”>.
Tratto da: Il Quotidiano Immobiliare