“Lo avevamo detto, avevamo allertato il Comune, parlando con il commissario Adolfo Valente, che sugli scuolabus poteva accadere qualcosa di grave, ed è successo. Per questo reclamavamo la presenza di un accompagnatore che ci è stata negata”. Sono arrabbiati, ma, soprattutto, preoccupati, i genitori degli alunni delle scuole dell’obbligo che usufruiscono dello scuolabus. Ieri, infatti, su uno di essi si è sfiorata la tragedia che solo per un caso è stata evitata.
Dopo essere saliti sul pulmino che accompagna gli alunni nella frazione Marina, e allontanatosi dall’atrio della scuola, dopo qualche minuto, uno dei ragazzi ha ritenuto opportuno, dopo aver chiesto invano all’autista l’apertura dei finestrini, servirsi da solo, e, con l’aiuto di una forbice, ne ha forzato uno in fondo allo scuolabus. Però, invece di aprirsi, il finestrino si sarebbe rotto in mille piccoli pezzettini che si sono sparsi dappertutto, in particolare, su gran parte dei ragazzi che, impauriti, avrebbero iniziato a piangere, anche perché il ragazzo che ha scatenato la pioggia di vetri si sarebbe ferito alla mano.
L’autista avrebbe parcheggiato, quindi, il mezzo in una piazzuola, nei pressi dell’uscita di Nicotera, informando dell’accaduto la polizia municipale che è immediatamente giunta sul posto.
“Peccato, però, che, nel trambusto – affermano i genitori –, si sono dimenticati di avvisare noi e i Carabinieri. Hanno anche chiuso a chiave i nostri figli all’interno dello scuolabus, spaventati e allarmati dal sangue e dai cocci di vetro. Alcuni di loro, abbiamo scoperto a casa, avevano vetri anche sotto la canottiera e questo è vergognoso”. Gli animi dei genitori, di fronte a quello spettacolo, si sono alterati. Sono volate, quindi, parole e insulti nei confronti dei vigili urbani, in particolare un familiare ha inveito nei confronti del comandante Gregorio Milidoni che, nella sua qualità di pubblico ufficiale, ha dovuto procedere all’obbligatoria denuncia. La notte avrà portato buoni consigli al genitore che, di sicuro, avrà reagito emotivamente nei confronti del pubblico ufficiale, tant’è che all’indomani si è sentito in dovere di porgere le proprie scuse al comandante. Un gesto sicuramente di civiltà e meritorio di attenzione, che però, forse, non sarà sufficiente per evitare l’inesorabile corso della legge.
Sono trascorsi appena venti giorni da quando un ragazzo avrebbe bruciato i capelli ad un compagno e ad un altro avrebbero infilzato l’ombrello sulla fronte con il pericolo di centrare un occhio. La necessità della presenza di un assistente a bordo dello scuolabus si rende, quindi, sempre più necessaria. Qualcuno che vigili durante il viaggio, un adulto che faccia da appoggio all’autista per controllare i ragazzi che, durante il tragitto, vanno incontro a numerosi pericoli. “La mattina quando mandiamo i nostri figli a scuola – dichiarano i genitori – non possiamo vivere quelle ore con l’ansia che qualcuno, sul pulmino, possa fare loro del male. Dobbiamo tutelarli”. Una figura, però, non obbligatoria, secondo i responsabili comunali, legalmente non prevista dall’Ente.
Lo scuolabus, per le ovvie riparazioni, sarà fermo per alcuni giorni.
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