Pizzo Calabro: una troupe dell’emittente Tv 2000 ha fatto visita alla Chiesa di Piedigrotta

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Nei giorni scorsi l’importante sito della Chiesetta di Piedigrotta a Pizzo calabro é stata visitata da una troupe dell’emittente Tv 2000 di proprietà della emitente Tv 2000, di proprietà di una società controllata dalla Conferenza episcopale italiana.

A fare gli onori di casa il presidente della cooperativa Kairos – Francesco pascale – che da quattro anni gestisce l’importante sito al castello Murat e padre Gateano Nicolaci del Santuario di san Francesco di Paola.

La chiesetta di Piedigrotta è interamente scavata nelle rocce tufacee, situata un chilometro a nord di Pizzo, in località “La Madonnella”. Al suo interno sono presenti diversi gruppi scultorei che l’arredano, anch’essi in tufo. La chiesa è contigua alla spiaggia, ed essendo esposta a ponente, ne risulta molto suggestiva la visita pomeridiana, quando i raggi del sole penetrano nelle profondità delle grotte mettendo in risalto le colorazioni dei sali minerali che ricoprono le pareti. Alcuni definiscono la visita della chiesetta come un’esperienza mistica.

Verso la fine del 1600, un veliero che navigava nel Golfo di Sant’Eufemia si trovò in mezzo ad una violenta tempesta. I marinai, tutti di Torre del Greco, fecero voto a Maria SS. di Piedigrotta il cui quadro si trovava nella cabina del comandante, di erigere una cappella votiva nel punto dove avrebbero toccato terra in caso di salvezza. La nave naufragò violentemente contro gli scogli e andò in pezzi. Il quadro della madonna si salvò e venne ritrovato intatto sulla spiaggia. I marinai, fedeli alla promessa, scavarono nella roccia una buca e vi depositarono il quadro, ripromettendosi di tornare e realizzare una cappella votiva. I pescatori locali, temendo che venisse rubato, prelevarono il quadro e lo portarono in una grotta poco distante edificando un piccolo altare. Al seguito di un’altra burrasca il mare invase la grotta e riportò il quadro in prossimità del punto dove era stato posizionato la prima volta. I pescatori decisero quindi di scavare meglio la prima grotta e vi realizzarono anche una torre campanaria comprendente la campana della nave naufragata, datata 1632.

Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Angelo Barone, affascinato dai racconti dei pescatori, ampliò la grotta preesistente realizzando una chiesa. Durante la dura fase di scavo, ebbe cura di lasciare alcuni blocchi di tufo che successivamente trasformò in statue. I lavori continuarono fino alla sua morte, nella primavera del 1915. Il figlio, Alfonzo Barone, volle continuare il lavoro del padre e ampliò ulteriormente la chiesa, realizzando altre statue, capitelli e bassorilievi. Nel 1969, lo scultore Giorgio Barone, nipote dei due artisti citati, di ritorno dal Canada, restaurò in parte le statue e scolpì due medaglioni raffiguranti Papa Giovanni XXIII e John Kennedy. La chiesetta è aperta tutti i giorni e vi si celebra messa il 2 luglio, in occasione della Madonna delle Grazie.

 

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