“Il contratto decisione giusta per la tutela di chi lavora”. E’ questo il giudizio dei sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola Rua riguardo al Ccnl firmato giorno 9 febbraio, che, a loro dire, non solo avrebbe mantenuto tutti i diritti previsti dal precedente, ma li avrebbe in qualche caso ampliati.
“Chiarito che abbiamo recuperato spazi contrattuali importanti – affermano i componenti sindacali -, al punto che da sponde opposte si sostiene che avremmo inferto un altro duro colpo alla legge 107 e alla filosofia che la sostiene, è il caso di dire qualcosa sulla tanto bistrattata parte economica. Al riguardo: la scuola ha conseguito un aumento medio di 96 euro mensili lordi a cui si aggiungono circa 400 euro di arretrati. Nelle tabelle non si mettono i netti, non si sono mai messi, visto che le ritenute di legge, in particolare quelle fiscali (nazionali e locali) variano in base alle situazioni personali. Ma si può dire che in media sono del 32 %. L’indennità di vacanza contrattuale non verrà defalcata, ma si aggiungerà agli aumenti conseguiti e che riguardano il triennio 2016-18”.
“Abbiamo impiegato – evidenziano i sindacati – tutti i soldi disponibili, quelli previsti nell’accordo di palazzo Vidoni firmato da Cgil, Cisl e Uil, ma anche da altri fra cui la Confsal, cui aderisce lo Snals. Tanto per chiarezza e per elementari ragioni di coerenza cui tutti dovremmo essere tenuti. Abbiamo inoltre destinato per le retribuzioni tabellari quota parte dei 200 milioni finalizzati al bonus docenti e messi invece direttamente in busta paga. Quindi abbiamo utilizzato quanto era disponibile e qualcosina di più. Lasciare tutto com’era avrebbe solo significato portare a ulteriori tre anni e quindi fino dodici gli anni di vuoto contrattuale: a chi poteva convenire? Il contratto scade a dicembre di quest’anno. Restiamo convinti di avere compiuto, firmando, una scelta giusta e coerente: gli aumenti che il personale della scuola a breve riceverà valgono infinitamente più delle tante chiacchiere che si fanno e che lasciano il tempo che trovano. Ci vuole davvero poco a capirlo e la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori ne è perfettamente consapevole”.
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