Sabato 17 febbraio alle ore 17,30, per iniziativa dell’Associazione “Abolire la Povertà – 19 Maggio”, sara’ proiettato – presso il Sistema Bibliotecario Vibonese – il film “Love is all. Raccontando Piergiorgio Welby, di Francesco Andreotti e Livia Giunti.
Love is All racconta la storia dell’uomo che si cela dietro a quell’icona e lo fa attraverso gli scritti, le narrazioni, le poesie, i dipinti e le sperimentazioni fotografiche di quello stesso uomo. Love is All è un ritratto che tende all’autoritratto e nasce da otto anni di pedinamento delle tracce che la vicenda umana di Welby ci ha lasciato ma anche una storia d’amore che nasce dall’innamoramento degli autori per Welby che era un uomo che amava la vita e amava gli altri e amava la libertà.
L’immagine di un uomo inerte a letto, attaccato al respiratore polmonare che con una voce sintetica chiedeva al Presidente della Repubblica di poter morire, entrò nelle case degli italiani nel settembre del 2006. Pochi mesi dopo quell’uomo, inascoltato dalla politica e dalla giustizia, decise di prendersi ciò che gli apparteneva e aiutato dai familiari e dagli attivisti radicali morì, sottraendosi a una vita che per lui era divenuta una tortura atroce e incessante.
Sono passati quasi dieci anni dall’irruzione nei palinsesti di quell’immagine e sebbene nel nostro paese il dibattito sulle questioni del fine vita non abbia fatto sostanziali progressi, quell’immagine è divenuta l’icona della lotta per i diritti civili e per l’autodeterminazione dei cittadini.
Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare – malattia neuromuscolare degenerativa che causa l’atrofia progressiva della muscolatura scheletrica -, è stato il pioniere della battaglia per l’eutanasia legale e per il diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico in Italia. E’ stato co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni. Nel luglio del 1997, vicino al compimento dei suoi 52 anni, la moglie Mina Welby chiamò i soccorsi in seguito ad una crisi respiratoria. Da quel momento Piergiorgio rimase attaccato ad un respiratore artificiale benché l’avesse rifiutato e, uscito dal coma, con il suo permesso fu sottoposto ad una tracheotomia.