Ancora venti di guerra in Medio Oriente. Dopo il bombardato effettuato dalle forze governative siriane di Assad e la replica – durissima almeno dei toni – del Presidente americano Donald Trump.
Un massacro che sembra non avere fine quello siriano e che ha suscitato anche le proteste del vicino – la Turchia – per bocca del presidente Erdogan.
La Russia invece si schiera con Assad suo naturale alleato nella regione e per bocca del ministro degli esteri Lavrov, afferma che non vi è stato nessun attacco con armi chimiche e che gli USA invece di minacciare ritorsioni, dovrebbero portare le prove di tale attacco, ammesso che esistano.
Nel frattempo, un cacciatorpediniere americano sta facendo rotta verso le acque siriane. Il mezzo è armato di missili Tomawhak e quindi, è in grado di colpire obiettivi militari siriani anche tra i più protetti ma a rischio di una ulteriore escalation militare.
Lo stesso cacciatorpediniere è stato ripetutamente sorvolato da aerei da combattimento russi che volavano a bassissima quota.
Una specie di “war games” ma in scala tremendamente reale. Intanto, a farne le spese, sono i civili di ogni etnia e religione presenti sul martoriato territorio siriano, dopo anni e anni di una guerra civile che sembra non dover aver mai fine.