L’ospedale non corre alcun rischio di declassamento e, anche se non con tempi velocissimi, tornerà ad avere tutte le caratteristiche previste dal decreto 64/2016 relativo alla riorganizzazione della reste ospedaliera. Sarà cioè un ospedale generale. La struttura possiede tutti i requisiti previsti dalle norme in vigore, ma il suo pieno e tempestivo rilancio viene frenato solo e soltanto dalle difficoltà di reperire il personale occorrente per l’attivazione dei reparti che dovrà essere reperito altrove. Dovrebbe, invece, risolversi nel giro di un paio di mesi la questione relativa al personale infermieristico. Qualche difficoltà in più per il reclutamento degli operatori socio-sanitari. Tutti i problemi saranno, comunque, risolti per consentire al presidio ospedaliero di tornare ad essere un adeguato punto di riferimento per le esigenze di un’utenza sanitaria che non è fatta solo di residenti, ma anche di vacanzieri che per almeno otto mesi l’anno sono presenti nelle strutture ricettive del litorale. Su questo Massimo Scura, commissario ad acta della Sanità calabrese, non ha dubbi e, nella tarda mattinata di ieri, durante una visita nei locali dell’ospedale, tranquillizza medici, infermieri e sindaci.
Sul destino dell’ospedale di Tropea nessuna nuvola nera. <Ci sono le basi – ha affermato – per migliorare la dialisi grazie all’assunzione di nuovo nefrologo e di un altro infermiere. Sarà migliorato anche il percorso che porta alla dialisi>. Poi, entrando nello specifico, garantisce che <l’ospedale di Tropea tornerà ad avere medicina, ortopedia, chirurgia e pronto soccorso. Purtroppo – prosegue – ci sono delle difficoltà oggettive che non dipendono né dal commissario ad acta né dal direttore generale dell’Asp. Chiederemo alle università calabresi di fornirci non solo medici, ma anche altre figure importanti come gli anestesisti>. Il confronto non è apparso spigoloso e tutti i presenti hanno avuto risposte appropriate alle loro domande. A rendere ancora più palpabile il quadro delle difficoltà nel reperimento del personale è stato il direttore generale dell’Asp, Angela Caligiuri. A suo dire, non c’è alcuna disponibilità di anestesisti, mentre non mancano ostacoli neppure per chirurghi ed ortopedici. Tutte queste carenze bloccano il percorso di rilancio della sanità tropeana e non consentono neppure l’attivazione della “Day surgery” ossia di quei ricoveri lunghi non più di un giorno e destinati all’effettuazione di piccoli interventi chirurgici quali potrebbero quelli non impegnativi agli occhi, ernie inguinali oppure a livello ortopedico. <Stiamo facendo di tutto – asserisce il direttore generale dell’Asp – e, per velocizzare i tempi finiremo con l’orientarci verso la mobilità accantonando i concorsi>.
Ad accogliere il commissario ad acta Massimo Scura, nell’ufficio della direzione, oltre al direttore generale dell’Asp Angela Caligiuri, c’erano anche il direttore amministrativo Elga Rizzo ed il direttore sanitario Michele Miceli, nonché il consigliere regionale Michele Mirabello ed i sindaci Giuseppe Fiamingo (Spilinga), Corrado L’Andolina (Zambrone) e Maria Luisa Brosio (Parghelia), responsabile del Comitato per la difesa dell’ospedale. Proprio in tali vesti è intervenuta per sottolineare l’importanza del presidio ospedaliero tropeano e per assicurare la piena disponibilità dei sindaci a sostenere tutte le attività che si renderanno necessarie per garantire la piena efficienza della sanità sul litorale tirrenico vibonese. Pieno supporto al rilancio del nosocomio è arrivato anche dal consigliere regionale Michele Mirabello a parere del quale <non è possibile immaginare che un territorio come quello di Tropea che ogni anno accoglie oltre un milione di turisti in vacanza sulle spiagge del litorale, da marzo sino ad ottobre inoltrato, non abbia un presidio ospedaliero in grado di dare risposte immediate ed efficaci ad ogni tipo di emergenza>. Non c’è, quindi, che da rimboccarsi le maniche e lavorare per sgomberare il campo da ogni ostacolo. In tutto questo, naturalmente, <la Regione – conclude – Mirabello – farà la sua parte>. Tutti messaggi positivi destinati a rasserenare i cittadini e a far guardare al futuro con fiducia.
A margine dell’incontro con il personale dell’ospedale di Tropea, Il commissario Massimo Scura non si sottrae a qualche valutazione sulle sorti dell’ospedale di Nicotera, una struttura ancora integra e utilizzata solo per attività ambulatoriali. Il responsabile della sanità calabrese non dispensa facili illusioni. Ma non chiude neppure le porte. <Di certo – dice – non potrà nascere un nuovo ospedale, ma ci sono altri servizi, come quello dialisi, che possono essere potenziati>. E non è da accantonare neppure la speranza che il Centro per la lotta all’obesità “Carmine Ionadi” possa tornare a funzionare. In merito, Scura non si pone in termini negativi. <Se il Centro – afferma – mira a fare attività di ricovero chiaramente andiamo incontro a problemi, mentre non ci sono ostacoli se si limita il tutto alle sole attività ambulatoriali>. Le sue parole non generano entusiasmo, ma neppure negano la possibilità di rimettere in moto una struttura “vittima” di quella miopia politica che tanto danno ha fatto al territorio. Nel momento in cui Nicotera si prepara ad ospitare l’Osservatorio della dieta mediterranea che dovrà gestire l’intera problematica non avrebbe senso il non riattivare Il Centro “Carmine Ionadi”.