Un vincitore sicuro ma moltissime incertezze. E’ questo il quadro che esce dalle urne di uno degli stati più piccoli dell’Unione Europea. Stiamo parlando della Slovenia dove domenica si è votato per il rinnovo del parlamento unicamerale.
Il partito più votato è stato il Partito democratico sloveno (SDS), formazione di centrodestra che a livello europeo si riconosce nel Partito Popolare Europeo che ha ottenuto il 25% (+4%) dei voti e 25 seggi (+5). Il Partito che è molto vicino sul tema dell’immigrazione ad altri governi dell’areacome quello ungherese ora però dovrà trovare alleati per raggiungere la quota di deputati necessaria (45 in tutto) per poter formare un esecutivo.
Una cosa non facile perchè a parte lo scontato Si della formazione della destra cattolica Nuova Slovenia (7.1% dei voti e 7 seggi) gli altri partiti entrati in parlamento non sembrano disposti ad allearsi con l’SDS.
Certamente indisponibili quelli della Lista Marjan Šarec (LMS), giunti secondi (12.7% e 13 seggi), l’attore comico su posizioni di centrosinistra, favoreloe alle unione gay e che ha più volte dichiarato le affinità della dottrina socialista con i dettami evangelici ma anche le due formazioni della sinistra tradizionale e cioè i Socialdemocratici dell’SD (9.9% e 10 seggi in crescita) e la Lista Sinistra (L) anch’essa in crescita e che ha ottenuto il 9.3% e 6 9 seggi.
Difficile anche l’intesa col grande sconfitto di queste elezioni – il partito di centro liberale SMC – che è crollato al 9.8% e 6 seggi e il Partito di Alenka Bratušek (SAB) – anch’esso centrista che ha riconfermato i suoi 5 seggi ottenendo il 5.1% dei voti.
In parlamento sono anche entrati il Partito dei Pensionati (Desus) che ha dimezzato i suoi voti rispetto alla precedente tornata elettorale ottenendo il 4.9% e 5 seggi, il partito di estrema destra SNS che ha ottenuto il 4.2% dei voti e 4 seggi e i due deputati delle minoranze di cui uno italiano.
L’incarico sarà comunque dato in prima battuta al leader del SDS Janez Jansa.