Nicotera, saltano i tombini e i liquami invadono la pineta

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Si bloccano le pompe di sollevamento, i tombini esplodono ed il liquame maleodorante invade la carreggiata della strada che a Sud di Nicotera Marina collega tutti i villaggi turistici. Uno spettacolo sgradevole e che avviene mentre in zona c’è già una delegazione del movimento “14 luglio” impegnata a verificare, assieme ad una squadra dei vigili del fuoco, la stabilità del ponte sul fosso San Giovanni. Stabilità che pare manchi per cui metà della struttura viene chiusa al traffico in attesa di ulteriori accertamenti. Sono gli ultimi sussulti negativi di un’estate che, imboccata la sua parabola discendente, scivola via lasciandosi alle spalle più ombre che luci. Una stagione strana, contrassegnata dall’instabilità climatica e dalle frequenti piogge, nonché dalle alterne fortune del mare che, specialmente nel corrente mese, ha alquanto deluso le aspettative di residenti e turisti, spinti dall’esasperazione ad occupare la Statale 18. Lunedì prossimo, nella sede della Regione, il presidente Mario Oliverio incontrerà una loro delegazione per un nuovo esame della situazione anche alla luce degli interventi già finanziati e da fare in tempi brevi e che ancora segnano il passo. In realtà, il malcontento è palpabile. La gente si aspettava qualcosa di più e di meglio. Nulla, invece, è andato per il verso giusto. A pagarne le conseguenze, oltre ai residenti, sono i tanti turisti e gli emigrati che tutti gli anni tornano sul litorale nicoterese per trascorrere le ferie. Le condizioni del mare, in realtà, continuano a generare malcontento.

Ai giorni in cui le acque cristalline riportano serenità fanno da contraltare quelli in cui si preferisce prendere il sole sull’arenile o passeggiare sulla battigia. A rassicurare non valgono i dati diffusi dall’Arpacal che, a dispetto delle condizioni del mare, continua ad escludere la presenza di fonti batteriologiche riconducendo ogni responsabilità al fenomeno delle fioriture algali. Nessuno discute i risultati diffusi dall’Agenzia regionale – e peraltro, in qualche misura, suffragati dai dati emersi da prove di laboratorio effettuate su disposizione del Comune in un laboratorio accreditato – ma diventa difficoltoso convincere il popolo delle vacanze che il mare sporco sia frutto di alghe che fioriscono un giorno sì ed uno no. Non riescono a farsene una ragione soprattutto i pescatori dilettanti che quotidianamente si muovono lungo la costa e che, tornando a riva, si portano dietro foto e filmati di fenomeni sconcertanti e di lunghe scie di sporco che da Capo Vaticano arrivano a Nicotera. A loro avviso, il mare torbido e color verdognolo o marrone sbiadito, potrebbe, invece, essere il risultato di liquami male o affatto depurati. Opinioni, semplici e innocenti opinioni, che, però, hanno il torto di cozzare contro i dati Arpacal. Carico di amarezza il commento dell’avv. Pino Macino, abituale frequentatore del litorale per il quale <Nicotera Marina è invasa periodicamente e senza rimedio dalle acque di fogna. Intervengono solo i Carabinieri, pronti e solleciti e che – a quanto pare – non trovano interlocutori né pronti né efficaci. Cosi muore il turismo e la voglia di rimanere. Resteranno i mafiosi e le zanzare. Di male in peggio>.

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