Quando la bara di Michele Aiello, il sedicenne morto nel bagno di casa domenica scorsa, arriva nella chiesetta di Santa Croce ad accoglierlo ci sono compagni di scuola, amici, parenti, cittadini. Una commozione infinita, tante lacrime, tanto dolore. Tutto testimonia l’immenso affetto della comunità per una vittima innocente dell’avverso destino. Nel volgere di pochi minuti Santa Croce si popola di persone senza sorriso. A decine sfilano davanti alla bara bianca di Michele e ai familiari distrutti dalla sofferenza. Alle 15,30, il feretro lascia la chiesa e lentamente si avvia verso la cattedrale. Quando il corteo raggiunge la chiesa dell’Assunta l’emozione travolge tutti.
Il piazzale pullula di divise dei Carabinieri, mentre una decina di militari dell’Esercito in tuta mimetica si schierano per rendere omaggio al sedicenne che da sempre cullava il sogno di indossare la divisa. Improvvise si levano le note del silenzio. A suonarle sono i giovani della banda “Città di Nicotera”. Una musica triste che chiude la gola a giovani e adulti. In tanti non sanno nascondere il dolore. In tanti cedono alle lacrime. L’emozione non cala neppure in chiesa. Attorno alla bara bianca di Michele ci sono schierati Carabinieri e militari dell’Esercito. Una presenza la loro unanimamente apprezzata e che il ragazzo sicuramente meritava.
Poi, sull’altare, la concelebrazione della santa Messa con le omelie di don Francesco Vardè e don Antonino Loiacono tese ad esaltare il valore della vita e il dono dell’eternità. Per ricordare Michele non poteva non esserci la testimonianza dei docenti, che, assieme alla dirigente Marisa Piro, affollano la cattedrale. <La tua scomparsa – afferma la prof.ssa Rory Scerbo – lascia un segno indelebile. Impossibile dimenticare la tua disponibilità, il tuo volerti mettere sempre al servizio degli altri e tutti i piccoli gesti che dimostravano la tua nobiltà d’animo. Lunedì, al suono della campanella, non sarai con noi fisicamente, ma avrai sempre un posto nel nostro cuore>.
Sull’altare sale anche Samuele, l’amico che domenica sera era rimasto assieme a Michele sino a pochi minuti prima della tragedia. Anche lui vuole porgere l’estremo saluto all’amico del cuore. Tra lacrime e singulti lo ringrazia <perchè – dice – mi hai onorato, rallegrato e arricchito con la tua amicizia. Michele – prosegue – ci hai lasciati troppo presto. Noi avevamo ancora bisogno di te, della tua voglia di vivere e di fare, del tuo sorriso, dei tuoi sguardi penetranti, delle tue simpatiche battute. Ci mancherai tantissimo>. All’uscita dalla cattedrale, decine di palloncini bianchi, liberati dai compagni di scuola, si rincorrono tra le nuvole tracciando per Michele il percorso da seguire per salire in cielo.
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