“Serve un tavolo di crisi nazionale che possa, una volta per tutti, affrontare il problema e trovare delle soluzioni reali per i cittadini, le comunità e i lavoratori. Una strategia complessiva che poi deve essere portata avanti da persone capaci e che hanno a cuore le sorti dell’occupazione e dello sviluppo reale del territorio”. E’ quanto affermano i consiglieri di minoranza del Comune di Rosarno, Giusy Zungri, Giacomo Francesco Saccomanno, Vincenzo Cusato e Alex Gioffrè a proposito del porto di Gioia Tauro.
Tanto si discute sul problema dei possibili ulteriori licenziamenti da parte di Medcenter, con richieste di incontri con il ministro Danilo Toninelli, sit-in all’entrata dello scalo, una generica mobilitazione politica, avanzata “soltanto sull’onda emozionale e forse per nascondere le gravi responsabilità che questa ha sull’evidente fallimento della struttura di Gioia Tauro”.
“Il problema – secondo i consiglieri di opposizione -, però, è completamente diverso e deve essere affrontato seriamente e senza enfasi preelettorali. Il porto di Gioia Tauro ha sempre presentato una evidente anomalia: la concessione dell’area ai privati senza alcun serio ritorno per il territorio e con una gestione monopolistica. Un utilizzo senza controlli e senza un preventivo confronto diretto con tutte le forze politiche e sindacali. Ora, uno scontro interno tra Medcenter e Msc per acquisire maggior potere che ha messo in ginocchio tutto il comparto e la già precaria occupazione”.
Per Zungri, Saccomanno, Cusato e Gioffrè, non servirebbe un incontro con Toninelli, ma un tavolo di crisi nazionale da aprire presso il Ministero del Lavoro con la partecipazione anche dei ministeri dei Trasporti e degli Interni.
“Solo – affermano – affrontando la questione in modo complessivo può cercarsi una soluzione che non veda soltanto il momento attuale, ma che imponga, invece, una visione generale ed a lunga scadenza. Il problema oggi sono gli ulteriori licenziamenti che, però, si correlano con la totale assenza di programmazione e strategia per il rilancio del porto e per la trentennale problematica dei migranti. Ed allora ecco la necessità che si faccia ampia chiarezza su cosa si vuole fare della struttura calabrese e quale sia la effettiva strategia del Governo per il territorio. Un programma ampio che consenta di risolvere oggi il problema occupazionale e che, comunque, getti le basi per un progetto sostenibile a lunga scadenza. Gioia Tauro ha necessità di una governance seria e competente, che ripari ai danni causati da presidenze e commissariamenti del tutto fallimentari, che dopo oltre 10 anni, non sono riusciti a dare una identità allo scalo calabrese, creando una situazione difficilissima e di preannunciata e prevedibile crisi. Ora, il Governo deve decidere cosa vuole fare di Gioia Tauro e dare alla struttura sia delle soluzioni a lunga scadenza e sia una governance che possa farla risalire dal degrado in cui è stata cacciata da parolai senza alcuna capacità di concretizzare realmente le possibili soluzioni.