“Per comprendere gli sviluppi della tecnologia occorre seguire l’economia, che determina quello che avverrà”. Così Francesco Vatalaro dell’Università di Tor Vergata al Master in Intelligence dall’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri. Per il professore “Internet ha modificato i modelli di business, personalizzando la pubblicità e i servizi in modo da porre a proprio agio il consumatore, facendogli scegliere i prodotti maggiormente desiderati. Infatti, ci sono addirittura dispositivi che consentono di osservare il movimento degli occhi per verificare l’andamento della lettura di un testo”. Per Vatalaro “siamo sostanzialmente quantità come dimostra la teoria dei Big Five che contempla i parametri fondamentali della personalità umana rappresentati da estroversione, simpatia, coscienziosità, nevroticismo e apertura. Questa teoria viene utilizzata per conoscere il cliente e quindi fare business. Siamo tutti un punto nello spazio, misurabili e quantificabili, poiché sensori e algoritmi vengono utilizzati per fare dialogare il mondo fisico con quello virtuale”. Il professore ha infatti ricordato che “già nel 1989 un tostapane è stato collegato a internet e in Italia questo è avvenuto dieci anni dopo con una lavatrice. Oggi ci sono previsioni impressionanti di crescita di Internet delle cose, tanto che nel 2020 ci saranno 50 miliardi di dispositivi interconnessi”. “Nel 2016 – ha ricordato – c’è già stato il primo attacco mondiale di Anonymous sui sistemi di Internet delle cose per dimostrare che sono attaccabile ai vari livelli: dalla percezione alle reti, dai software ai sistemi applicativi”.
Vatalaro ha poi precisato che “l’obiettivo della sicurezza è di garantire la riservatezza, l’integrità dei dati e l’accesso agli utenti autorizzati. Abbiamo un lungo elenco di sfide e problemi della sicurezza che si estendono e mutano rapidamente e proteggerci da tutti contemporaneamente è impossibile”. “Le applicazioni di IOT – ha proseguito – sono molteplici e spaziano dalle Smart City all’industria 4.0. Con internet il genere umano sta facendo molti passi avanti, ma ancora non si è consapevoli delle conseguenze delle nostre tracce digitali, né di essere guidati nei comportamenti né di avere previsti i nostri desideri”. Per il professore “sulle piattaforme si popolano sia i motori di reputazione, senza la quale non si acquista e non si vende, e sia i motori di raccomandazione, che mettono in relazione i soggetti tra di loro e i soggetti con gli oggetti”. “Al centro di tutto – ha chiarito – ci sono modelli di business. Solo dal 2013 si stanno studiando le minacce che l’uso di questa tecnologia può comportare”. A questo punto della lezione Vatalaro ha affrontato la differenza tra realtà virtuale, aumentata e mista. “La realtà virtuale – ha detto – è una creazione di fantasia che separa dal mondo reale. La realtà aumentata arricchisce quella fisica aumentando la potenza del reale, mentre la realtà mista rappresenta la fusione tra realtà fisica e quella aumentata sovrapponendo il mondo reale con quello virtuale in modo talmente perfetto da renderla indistinguibile. È da qui che possono provenire le maggiori minacce per l’uomo”.
In sintesi per il professore la realtà virtuale sostituisce il mondo reale, la realtà aumentata si sovrappone al mondo reale e la realtà mista mira a rendere indistinguibile il virtuale dal reale. Per Vatalaro esistono interfacce olografiche (in cui si sovrappongono elementi virtuali su quelli reali) e immersive (dove si elimina l’ambiente fisico). In questo modo si creano alterazioni percettive dell’essere umano. Il professore ha poi precisato che “l’attacco fisico delle macchine all’uomo dipende dalla penetrazione di queste tecnologie nel mondo reale e dopo il 2025 queste tecnologie saranno molto diffuse e quindi le minacce potrebbero essere reali”. Infatti, ha precisato, si stanno sviluppando tecnologie sempre più accurate per riprodurre il più possibile la visione della coppia degli occhi umani per come si sono evoluti dall’uomo preistorico in poi”. Vatalaro ha poi spiegato la necessità di concentrarsi sugli elementi delle minacce per fornire indicazioni alle industrie della realtà mista. Sono tre gli aspetti studiati dalla letteratura. Il primo è l’epilessia fotosensibile, che può essere scatenata da luci lampeggianti e multicolori che cambiano velocemente. Alla fine degli anni Novanta la tv giapponese ha trasmesso immagini con queste caratteristiche e centinaia di bambini ebbero attacchi epilettici. Il secondo aspetto è rappresentato dalla circostanza che non rispondiamo allo stesso stimolo sempre nello stesso modo, poiché siamo condizionati dall’ambiente che ci circonda. Il terzo è la cecità indotta dal movimento poiché i segnali possono essere alterati. Una possibile difesa è rappresentata dallo sviluppo delle neuroscienze. Vatalaro ha poi detto che ancora non sono stati classificati i potenziali attacchi alla sicurezza e alla privacy che possono derivare dall’utilizzo della realtà mista. Ha poi ricordato che molti scienziati negli anni scorsi hanno chiesto all’ONU di delimitare gli attacchi totalmente automatici condotti dai droni contro gli esseri umani.