Non intendono fermarsi Francesca Munno, Francesco Saccomanno e Agostino Pantano, i promotori della manifestazione “Un anno senza Matteo” organizzata per ricordare e tenere viva la figura del giovane biologo limbadese, ad un anno esatto dalla sua scomparsa, quando, in località Macrea, un’autobomba ha squarciato la sua Ford Fiesta uccidendolo sul colpo e ferendo gravemente il padre Francesco.
I tre promotori inviano un comunicato per fare il punto sull’evento.
“Proprio per superare i limiti di una “memoria di Matteo Vinci” – affermano – rimasta ad un anno dalla sua morte non strutturata, avevamo distinto nella Giornata a lui dedicata una parte commemorativa – con la deposizione dei fiori nel luogo dell’autobomba, la lettura di poesie e il suono degli strumenti di un’orchestra – e una parte dedicata all’impegno politico-sociale che nel suo nome cittadini, associazioni e istituzioni assumono per il futuro. In questo senso, molto partecipato e proficuo si è rivelato l’incontro pubblico tenutosi nel Municipio, terzo e ultimo momento di una manifestazione articolata che tutto sommato ha rispettato gli orari previsti e ha subito solo un cambio di programma – il concerto dei ragazzi di Catania tenutosi nella casa della famiglia Vinci e non nel Palazzo comunale – per espressa volontà dei genitori di Matteo”.
Nell’incontro finale, protrattosi fino ad oltre le 20 con una partecipazione rimasta fitta e attiva fino alle conclusioni, sono stati tanti gli interventi costruttivi dopo l’introduzione volutamente affidata al prefetto Antonio Reppucci – presidente della commissione straordinaria nominata alla guida del Municipio – che ha partecipato indossando la fascia, e che è stato ringraziato anche per l’aiuto concreto che l’amministrazione comunale ha fornito.
“Tra i punti qualificanti emersi dalle varie e spesso toccanti testimonianze – dichiarano i tre promotori -, va sottolineata la decisione che abbiamo operato per spirito di impegno sociale volontario e per una “promessa morale” fatta alla famiglia Vinci in occasione dei funerali di Matteo – di studiare la modalità attraverso cui, assieme alla partecipazione attiva dei limbadesi, proporre l’intitolazione di una struttura pubblica alla memoria del compianotgiovane i Matteo. In questo senso, cogliendo l’occasione dell’intervento del sacerdote don Fiorillo – che ha parlato in rappresentanza dell’associazione Libera e di un nutrito gruppo di iscritti presenti attivamente all’incontro – abbiamo proposto di darci appuntamento a breve per favorire un incontro operativo da tenersi in paese, se possibile con il coinvolgimento della Chiesa e di quanti sono disposti a raccogliere l’appello che abbiamo voluto lanciare con la Giornata. Appello pure ripreso e rilanciato da Salvatore Borsellino, che si è collegato via Skype con l’assemblea: ovvero creare per il futuro una Memoria strutturata e organizzata che favorisca la partecipazione attiva dei limbadesi attraverso meccanismi di socialità atti a sconfiggere le perverse logiche mafiose“.
Da tanti è stata stigmatizzata l’assenza dei rappresentanti del Governo, del Parlamento, della Regione, della Provincia. “Come organizzatori – affermano – sentiamo il dovere di precisare e sottolineare che molto nutrita si è rivelata la partecipazione dei cittadini di Limbadi – alcuni dei quali sono stati da noi ringraziati anche per l’aiuto concreto offerto affinché le tre manifestazioni si svolgessero al meglio – in una sala dove, inoltre, è stato anche notata la presenza di alcune e del parroco don Ottavio Scrugli, al quale, certamente, sarà giunta la nostra delusione per non aver potuto usufruire della sua collaborazione nell’organizzazione della Giornata. La presente nota serve anche a smentire le notizie secondo cui a organizzare la Giornata sarebbe stata una Fondazione (di Catania) e il Comune di Limbadi e, soprattutto, a ringraziare quanti hanno partecipato e coloro che sono intervenuti”.