Inaugurato, a circa un anno dalla posa della prima pietra, il tetto della Casa socio-sanitaria, pediatrica, oncologica, “Madonna di Fatima”, che sta prendendo forma in contrada Vento, presso l’area di cantiere di proprietà dell’associazione “I discepoli di Padre Pio” del presidente 82enne Irene Gaeta.
Il primo step dei lavori ha avuto la sua conclusione con la benedizione del vescovo Luigi Renzo al cospetto di numerosi fedeli provenienti da più parti d’Italia e della Calabria che hanno sfidato il gran caldo, delle autorità locali e regionali e dei volontari che lavorano al progetto. Oltre la “figlia spirituale” del santo di Pietralcina erano presenti l’architetto Luciano Messina, l’agronomo Armando Gariboldi, Elena Romeo dell’università Torvergata, Marcella Marletta del Ministero della salute, il presidente della Regione, Mario Oliverio e il sindaco di Drapia, Alessandro Porcelli.
“Padre Pio mi disse – afferma la Gaeta – “Non bastano pezze per fasciare le ferite non bastano luoghi per curare gli ammalati”, e io sono venuta qui per questa mia testimonianza di fede. Darei la vita per la Chiesa e questo è un progetto di Dio, da qui deve partire la cura per il corpo, ma dobbiamo essere noi a divenire evangelizzatori per il mondo”.
“Un anno fa siamo venuti qua – afferma Messina – e mi rendevo conto che per la Calabria la nostra era una delle tante presentazioni di bei progetti. In realtà per concretizzare il sogno ci voleva un grande regista, c’era ed è Padre Pio. Lui ci ha aperto le strade e la Gaeta non si è mai persa d’animo giungendo qui carica della missione che le ha affidato il santo di Pietralcina. Una struttura complessa quella che sta nascendo, realizzata senza la presenza di materiale inquinante, un trionfo dell’acqua edella luce che grazie alle numerose vetrate giungerà dovunque nell’edificio”.
La struttura che dovrebbe essere conclusa entro un anno, è rivolta ai bambini post ospedalizzati e diverrà centro medico, psicofisico, di ricerca e formazione, dove il piccolo paziente sarà curato soprattutto grazie al materiale botanico della zona che rappresenta la vera essenza del progetto. “Una struttura che rappresenta l’approccio integrato tra agricoltura e medicina – per Gariboldi –. Dobbiamo preservare le erbe selvatiche che crescono in queste zone, almeno 200 specie, perché Padre Pio ci ha invitato a farlo. Alcune di esse verranno coltivate con semenza del luogo. Avvieremo anche l’allevamento delle api per la produzione del miele”.
Nella Casa, infatti, saranno utilizzate l’acqua medicamentosa locale, ma soprattutto, le erbe medicinali. Per il direttore scientifico, Marletta “un sogno diventato realtà – dichiara –, qualcosa di bello in una mondo sanitario critico come quello della Calabria. I bambini saranno curati con la luce, la macchia mediterranea e l’acqua. Riceveremo tutti quei bambini che escono dagli ospedali, ma che hanno bisogno di proseguire le varie terapie. Ospiteremo i piccoli, i genitori e i loro animali. Costruiremo una rete con il territorio e i pediatri del luogo per integrare le cure. Proporremo, grazie alle piante, degli studi talmente avanzati da divenire internazionali”.
Nell’edificio saranno creati anche laboratori di epigenetica che “insegna a sorridere – afferma la Romeo – e aiuta a non ammalarsi sfruttando le possibilità terapeutiche delle piante. Noi insegneremo ai bambini che giungeranno qui l’“utilizzo” della natura perché per amare la vita è necessario amare la natura”.
Il tetto rappresenta la determinazione di andare avanti e proseguire un progetto di alto valore, per Oliverio. “Nel giro di poco tempo – afferma – questa realtà sarà completamente trasformata divenendo punto di riferimento importante grazie alla biodiversità della zona che è unica. Ci sentiremo presto con il sindaco per fare un accordo di programma per i servizi”.
La manifestazione si è conclusa con la celebrazione della Santa messa ufficiata dal vescovo.
L’edificio di pianta rettangolare, si estenderà su una superficie di circa mille metri quadrati. Si proietterà verso il mare grazie a due portici che simboleggiano due braccia aperte con 12 archi. Al piano terra dove saranno realizzati tre ambulatori di diagnostica preliminare, una cappella e una sala meeting, saranno allocate la reception, una sala per la sosta dei piccoli pazienti accompagnati, una cucina e un’ampia sala da pranzo. Vi saranno, inoltre, le prime tre camere con relativi bagni. Le due rampe esterne con 12 cicli di gradini, condurranno le persone al primo piano all’interno del quale saranno presenti un soggiorno, una cucina capiente, un’ampia sala da pranzo e tre camere da letto con relativi servizi destinate agli operatori. Al secondo piano, sottotetto, saranno realizzate, invece, altre nove camere da letto. In totale, all’interno, la Casa ospiterà 12 stanze per i degenti. L’edificio sarà sormontato da una statua della Madonna di Fatima a cui è stato dedicato il progetto nel secondo centenario della sua apparizione, con in capo una corona contornata da 12 stelle sulla cui sommità ci sarà la Croce di Cristo. All’interno delle due scale semicircolari, invece, sarà posta su una roccia nell’acqua, la statua bronzea di Padre Pio accogliente. L’acqua sarà il vero catalizzatore fra tutti gli edifici della Cittadella di Padre Pio e la sorgente posta a nord del terreno, alimenterà i vari corsi fornendo a tutti gli edifici la quantità necessaria.