Vittorio Sgarbi si difende dall’infamante accusa di aver redatto “perizie false” sulle opere di Gino De Dominicis e attacca magistrati e carabinieri che hanno condotto l’inchiesta partendo da presupposti falsi e giungendo a conclusioni altrettanto false. Commenta Sgarbi: “Onore ai carabinieri morti. E una piazza a Sutri per il grande brigadiere Mario Cerciello Rega, martire di bestie drogate; ma nondimeno sfiducia a muso duro ai carabinieri che abusano di intercettazioni e spionaggi di persone oneste, obbedendo non all’intelligenza ma a ordini di magistrati incapaci. – Prosegue Sgarbi -Avete presente le barzellette sui carabinieri? Io che sono stato loro vicino, e l’ho dimostrato, e sono stato chiamato dal Generale Conforti per assistere il Nucleo tutela patrimonio culturale, vengo intercettato e accusato di fare “perizie false” di un autore concettuale, senza essere indagato, senza essere interrogato e senza potere spiegare un fatto elementare: che le perizie sono opinioni, e dipendono dalla conoscenza e dalla esperienza, che si scrivono dietro le fotografie di opere conosciute e non dietro i quadri, e che si possono fare in studi, in albergo, seduti o in piedi. Ma i carabinieri, e i magistrati prevenuti, suggestionandosi a vicenda, non ci arrivano.
I 70 anni sono un confine che indica il giudizio della storia, più forte dell’arbitrio di carabinieri ignoranti e presuntuosi. D’altra parte scriveva Krusciov, con saggezza: “L’arte moderna si chiama così perché non ha alcuna probabilità di diventare antica”. – Conclude Vittorio Sgarbi affermando – E fu il premio Nobel Montale a indignarsi, con motivate ragioni, quando, nel 1972, performer prima che artista, Gino De Dominicis (autore su cui hanno indagato, inventandone inesistenti falsi, i carabinieri, e due magistrate impreparate e ignoranti, che li hanno condizionati) espose un mongoloide alla Biennale di Venezia. Un’opera d’arte? Provate a farne un falso. Analogo esposto al CSM, contro i magistrati Laura Condemi e Daniela Caramico D’auria, per indagini su una materia inesistente”
l’Ufficio Stampa di Vittorio Sgarbi