Nicotera “dopo le 22”. Sandro Ruotolo, simbolo dell’antimafia, incanta la piazza. Nicotera “dopo le 22”. Sandro Ruotolo, simbolo dell’antimafia, incanta la piazza.

Nicotera “dopo le 22”. Sandro Ruotolo, simbolo dell’antimafia, incanta la piazza.

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Si è svolto ieri sera a Nicotera l’incontro con Sandro Ruotolo, giornalista anti mafia che ha condotto numerose inchieste contro le mafie, costretto a vivere sotto scorta dal 2015. In particolare  l’inchiesta sulla Terra dei Fuochi e sul traffico illecito di rifiuti in Campania e poi, nel 2009, nell’ambito dell’inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia, ha intervistato il collaboratore di giustizia Massimo Ciancimino e, per questo motivo, ha ricevuto, a quel tempo, una lettera con minacce di morte.  Altresì, nel maggio 2015, il boss dei Casalesi Michele Zagaria, dopo un reportage di Ruotolo sulla Terra dei Fuochi ha fatto scattare la decisione di sottoporlo sotto scorta dall’allora prefetto di Roma, Franco Gabrielli.

 

 

 

L’incontro, promosso dal gruppo “Dopo le 22” composto da Antonio Miceli, Orsolina Campisi ed altre belle personalità, ogni anno organizza a Nicotera un incontro invitando personaggi illustri e, quest’anno, è stato invitato il giornalista Rai Sandro Ruotolo, attirando come di consueto, una grande partecipazione di pubblico, attento e fortemente interessato al dibattito.

Le domande sono state poste dalla giornalista della Gazzetta del sud, Marialucia Contestabile e dalla giornalista Orsolina Campisi, entrambe impegnate da decenni sul fronte della cronaca e del giornalismo attento alla lotta alle mafie. Sandro Ruotolo non si è smentito nel rispondere alle domande entrando in particolari e dettagli ricordando molte delle sue inchieste che hanno interessato le famiglie mafiose calabresi, ripercorrendo vicende e avvenimenti degli ultimi decenni, che in molti disconoscevano specie le nuove generazioni.

E proprio un appello alle giovani generazioni è stato lanciato da Ruotolo, invitando a perseguire la via della legalità senza lasciarsi intrappolare dalla tentazione del malaffare, e dal facile guadagno che inganna e distrugge la vita e la libertà, invogliamo a guardando al futuro con positività utilizzando le nuove tecnologie come internet con attenzione e giusto approccio, essendo uno strumento che può riportare notizie vere ma anche false che difficilmente si riesce a distinguere se non si è costantemente informati e fortemente critici verso la notizia, verificando sempre l’attendibilità della stessa. Ruotolo ha ricordato le sue inchieste nelle terra dei fuochi in Campania e le inchieste sul degrado a Scampia, noto quartiere di Napoli, riportando l’attenzione anche sui rifiuti sepolti in Calabria e nelle campagne della vicina San Calogero, con danni ambientali enormi.

 

Numerosi gli interventi del pubblico con domande poste a Ruotolo e tra queste quella dell’imprenditore Pippo Callipo, che ha voluto sottolineare la storia della sua azienda che è un marchio internazionalmente riconosciuto per qualità e affidabilità. Mai – ha detto Callipo – abbiamo avuto a che fare con l’antistato ma solo e soltanto ci siamo sempre rapportati con lo Stato e i suoi rappresentanti sul territorio, solo così, si può fare sana imprenditoria ed avere successo.

Alcuni giornalisti locali sono intervenuti ponendo a Ruotolo alcune domande, in particolare il direttore di MediterraneiNews ha ripercorso gli anni di Tangentopoli e la trattativa Stato Mafia dei primi anni novanta, offrendo spunto a Ruotolo per raccontare alcuni tragici avvenimenti che, a suo tempo, aveva vissuto come cronista a Palermo, nel mentre seguiva i tragici eventi precedenti e futuri agli attentati ai giudici Falcone e Borsellino.

Presenti all’incontro molte autorità istituzionali politiche, civili, religiose e militari che hanno omaggiato, con la loro presenza, Ruotolo, simbolo di un giornalismo investigativo che ha scardinato gran parte del malaffare in Campania, in Calabria, in Sicilia e altre parti d’Italia, compromesse al giogo malefico delle mafie. Fra questi Riccardo Tucci, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Sergio Raimondo, vice capo di gabinetto, in rappresentanza del prefetto di Vibo Valentia, l’on. Angela Napoli, il prefetto di Potenza Annunziato Vardè, Funzionari della Questura di Vibo Valentia, il Comandante dei Carabinieri di Nicotera, l’assessore comunale alla legalità Maria Rosa Barillari in rappresentanza del Sindaco, il parroco don Francesco Vardè, Sara Scarpulla e Francesco Vinci, genitori di Matteo Vinci, il giovane biologo di Limbadi ucciso nell’aprile del 2018 dalla ‘ndrangheta.

 

 

 

 

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