Allarme “allagamento in atto” nella frazione Marina viene lanciato al prefetto Francesco Zito, da Antonio D’Agostino, capogruppo della lista di minoranza “Movi@Vento“, il quale, tra l’altro, chiede, per discutere delle numerose criticità del territorio, un incontro urgente.
“Nel corso della gestione commissariale del Comune – afferma -, seguita allo scioglimento per infiltrazione mafiosa e
protrattasi fino alle elezioni di maggio scorso, da parte del movimento 14 luglio, aggregazione di cittadinanza attiva operante dal 2016, sono state più volte fatte presenti le diverse criticità presenti nel territorio comunale, tra le più importanti: la scarsa qualità dell’acqua; la gestione dei rifiuti; la depurazione e l’efficientamento della rete fognante con le correlative ripercussioni sulla qualità delle acque di balneazione; il rischio idro-geologico. Nell’attesa di relazionare al prefetto sullo stato attuale di dette problematiche, evidenzio la criticità in questo momento più grave, che riguarda il riproporsi di eventi alluvionali come già verificatisi il 18 e il 25 agosto 2018 che, se pure conseguenti a piogge di eccezionale gravità, ebbero effetti e prodotto ferite non ancora rimarginate, che hanno reso ancora più vulnerabile il territorio. Danni ampiamente amplificati dalle condizioni in cui versava (e purtroppo versa) l’area in questione, sia in relazione agli interventi edilizi dissennati, sia alla scarsa manutenzione dei fossi e delle infrastrutture e sia, soprattutto, per le condizioni critiche della rete fognante, che raggiungono gli effetti maggiori nella frazione Marina (dove per ovvi motivi tutte le portate, di monte e di valle pervengono) a causa del mal funziona mento delle raccolte, canalizzazioni e scarico delle acque bianche e miste”.
A complicare ulteriormente tale quadro, per il consigliere, contribuirebbe l’intero sistema asservito a numerosi impianti di sollevamento che, proprio in concomitanza a eventi temporaleschi, andrebbero in avaria, con la conseguenza di trovarsi nelle strade e nelle abitazioni quantità rilevanti di acqua mista a reflui fognari, proprio com’è avvenuto nell’estate dello scorso anno.
“Tale fenomeno – dichiara D’agostino – era stato peraltro preannunciato dai rappresentanti del citato movimento già a maggio 2018 (vedasi verbale allegato del 4 maggio 2018) nel momento in cui lamentavano alla terna commissariale l’assurdo stralcio che era stato inopinatamente operato all’interno di un elenco di opere finanziate dalla regione Calabria con un importo di 391mila euro, peraltro ottenuti grazie alle giuste proteste attuate con ripetute manifestazioni pubbliche dal sodalizio in questione. Fu poi necessario ricorrere ad alcune economie risultanti dall’appalto per sopperire a detta iniziale eliminazione e finalmente sono state installate delle pompe idrovore per consentire lo scarico nel fosso San Giovanni delle portate pluviali canalizzate nel collettore esistente, ma non smaltibili in altro modo, a causa della quota di scorrimento insufficiente rispetto all’alveo del canale. La cosa sembrava trovare finalmente una soluzione restando, per la chiusura del cerchio, soltanto l’allaccio alla rete elettrica. Ed è invece qui che il tutto si è incagliato. In un primo momento l”Enel distribuzione” avanzava la richiesta di un’area per la realizzazione di una cabina di trasformazione… salvo poi a riscontrare che una cabina c’era già e pure in prossimità dell’impianto di sollevamento da alimentare. La pratica si spostava quindi al fornitore “Enel energia” che inizialmente chiedeva un versamento di circa 3mila euro per l’allaccio e, dopo una serie di scambi cartacei piuttosto incomprensibili e durati per mesi, eccepiva con missiva del 2 settembre u.s. l’impossibilità di procedere all’alimentazione per la sussistenza di un credito pregresso vantato nei confronti del comune e pari ad 1.445.270,17″.
Il Comune di Nicotera versa in stato di dissesto finanziario (del. n. 1 del 22/02/2018) e uno dei debiti è proprio quello nel confronti di “Enel energia”, per un importo di 1.154.941,17.
“Ovviamente – afferma D’Agostino – la gestione di tale cifra di debito non fa più capo all’amministrazione in carica bensì all’OLS operante. Orbene, alla luce di tutto quanto esposto, sorgono spontanee alcune domande: può un Ente che eroga un servizio di pubblica utilità e di siffatta importanza condizionare l’espletamento dello stesso al pagamento di un debito, pur legittimo, esponendo un’intera comunità a un evento dannoso altamente probabile? Già la notte tra lunedì e martedì l’acqua ha raggiunto livelli di guardia e sarebbero bastati ulteriori 20-30 minuti per mandare un’altra volta sott’acqua l’intero abitato. E ancora: può un’intera popolazione vivere nell’incubo di una nuova alluvione che oggi diventa possibile anche senza un nubifragio particolarmente violento? E normale che i cittadini e le cittadine debbano nel 2019 tenersi in casa pesanti sacchetti di sabbia (peraltro rivelatisi inidonei), da mettere e togliere davanti all’uscio di casa ogni qualvolta le previsioni annunciano piogge intense? C’è anche chi, essendo residente fuori, ha pensato bene di costruirsi artigianalmente una paratia o un muretto in mattoni per non ritrovare distrutta la propria casa al suo ritorno”.
A tutte queste domande, D?Agostino, facendosi portavoce sia del movimento 14 luglio sia del gruppo consiliare Movi@Vento, che della stessa aggregazione è espressione, attende non tanto risposte, essendo le stesse chiaramente retoriche, quanto atti conseguenti che ridiano tranquillità e restituiscano un diritto fondamentale ai cittadini e alle cittadine nicoteresi.