Nicotera, per il 118 il consiglio chiede la ridistribuzione delle postazioni in provincia Nicotera, per il 118 il consiglio chiede la ridistribuzione delle postazioni in provincia

Nicotera, per il 118 il consiglio chiede la ridistribuzione delle postazioni in provincia

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Nell’area vibonese sono stanziate cinque postazioni fisse del 118, la sesta non ci sarà mai concessa perché il suo costo è di 1milione di euro l’anno. Si potrebbe tentare una rimodulazione in provincia che, però, deve essere autorizzata dalla Regione”. Esordisce così il commissario dell’Asp, Elisabetta Tripodi, durante il consiglio comunale aperto convocato su richiesta del gruppo consiliare di opposizione, Movi@Vento, per discutere di servizio sanitario di urgenza ed emergenza 118.

Reppucci-Marasco-Tripodi-Miceli

Presenti anche il referente sanitario Angelo Michele Miceli e il commissario del Comune di Limbadi, Antonio Reppucci.

La richiesta dell’opposizione fa seguito ai due incontri che si sono tenuti precedentemente nel chiostro annesso al Comune, nel corso dei quali è stato costituito un primo comitato di azione per l’ottenimento del presidio. “Comitato – afferma il capogruppo della lista di minoranza, Antonio D’Agostino – che, sia il nostro gruppo sia i rappresentanti del movimento “14 luglio”, chiediamo sia aperto per dare il giusto carattere popolare alla rivendicazione di tale diritto fondamentale che riguarda tutta la comunità. E’ evidente che, le associazioni e i cittadini, che hanno già aderito a questo primo nucleo e quelli che aderiranno a seguito del dibattito, possono e devono essere il valido supporto all’azione istituzionale che deve vedere in prima fila il sindaco, prima autorità sanitaria del territorio, e la sua giunta”.

“A Nicotera – dichiara D’Agostino illustrando la problematica – i tempi di intervento del 118 non sono garantiti ed in estate la criticità si ingigantisce perché la popolazione lievita. Inoltre, in città è presente un ospedale che negli anni è stato saccheggiato e depotenziato”. Per questo, il coordinamento di circa 20 associazioni nato nell’ambito dei comuni di Nicotera, Limbadi e Joppolo con alla guida l’amministrazione nicoterese, ha stilato l’ufficiale richiesta, approvata all’unanimità, da inviare al commissario per la sanità, Saverio Cotticelli, al prefetto e ai sindaci del comprensorio compresi Rombiolo e San Calogero.

“La nostra – afferma il sindaco Giuseppe Marasco – è una battaglia lunga un decennio. Chiediamo che il nostro territorio abbia la stessa considerazione di altre cittadine vibonesi. Le collocazioni del 118 oggi in provincia fanno rabbia perché è evidente uno squilibrio”.

Fra gli interventi del pubblico, Mimmo Pagano della Uil pensionati. “A Nicotera – dichiara – è stato realizzato un ospedale arredato e collaudato in tutto e per tutto. Da quel momento è iniziata la più grande vergogna per la città. Il nosocomio è stato spoliato, devastato, siamo diventati i “fornitori” di altri ospedali. Neanche la promessa di un’ambulanza per il periodo estivo fattaci da Miceli è stata esaudita. Adesso, chiediamo la ridistribuzione delle postazioni in provincia”.

Rimodulazione che potrebbe essere avanzata anche dall’Asp, per la Tripodi, ma non sarebbe sufficiente, necessita, infatti, del parere della conferenza dei sindaci al fine di predisporre un percorso condiviso che dovrà essere approvato dalla Regione. Per Reppucci sull’argomento è evidente l’assenza della politica nazionale e regionale.

E’ chiaro, a questo punto, che la sanità a Nicotera non è solo il 118 per il quale, negli anni, sono state messe in atto da parte di vari movimenti e comitati numerose battaglie che non hanno raggiunto alcun obiettivo. Una “guerra” sacrosanta, “da portare avanti – afferma Mimmo Pagano –, aprendo un discorso diretto con la Regione. Però deve anche essere messa in atto, in questo momento, un’azione collettiva cittadina concreta a difesa dell’esistente, a tutela di ciò che nell’ospedale nicoterese, negli anni, sta dileguandosi e svanendo, richiedendo la riattivazione degli ambulatori chiusi e il potenziamento di quelli esistenti dotandoli della necessaria attrezzatura diagnostica, ma, soprattutto, di personale”. Un ospedale che, negli anni, è stato prima abbandonato al suo destino e poi “selvaggiamente” spoliato di ogni cosa per vestire, nella migliore delle ipotesi, altri “altari” dell’Asp come successo per gli ambulatori di dermatologia, ginecologia, otorinolaringoiatria, odontoiatria, oculistica la cui attrezzatura è stata prelevata e trasferita a Serra, e ortopedia, soppressi ormai da tempo a scapito di un bacino di utenza di circa 25mila persone. “Sugli ambulatori ancora ospitati nella struttura – dichiara Pagano –, gravano le richieste provenienti dai centri del comprensorio, nonché dalla vicina provincia di Reggio. Funzionano adeguatamente cardiologia, moc ed endocrinologia, ma per alcuni casi vanno rafforzate le prestazioni, si pone, infatti, il problema delle liste d’attesa con tempi troppo lunghi ed inaccettabili”. A tutto ciò è da aggiungere anche l’attuale crisi del punto prelievi, negli ultimi tempi affidato alla sensibilità del personale e dei volontari.

Riguardo alla mancanza di personale nell’ospedale cittadino “Le assunzioni – dichiara la Tripodi – sono attualmente bloccate. Il piano di rientro non dà alcuna autonomia all’azienda”.

Il rischio, a questo punto, sarebbe quello di portare avanti una guerra per ottenere la classica “cattedrale nel deserto”. Probabilmente per raggiungere tale obiettivo si potrebbe anche pensare al trasferimento della postazione fissa di emergenza sanitaria del 118 di Soriano Calabro al comune tirrenico vibonese, dislocazione legata anch’essa ad una decisione politica quanto a determinazioni della Regione. Una “scelta” utopistica per una cittadina da tempo lontana da possibili considerazioni e apprezzamenti politici, dove la problematica sanitaria viene presa in considerazione solo per svolgere stagionali passerelle istituzionali o per propinare alla comunità sterili ed inconcludenti promesse durante le varie competizioni elettorali.

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