Oggi è la Giornata mondiale della lotta contro ogni forma di violenza sulla donna: la ricorrenza ebbe origine da un accordo assunto dalle partecipanti all’Incontro Femminista Latino-Americano e dei Caraibi che si tenne a Bogotá nel 1981, accogliendo la proposta proveniente dalla delegazione della Repubblica Dominicana, che chiedeva che si rendesse onore alle sorelle Mirabal (Minerva, Patria e Maria Teresa), in memoria del loro disumano assassinio avvenuto nel 1960, quando vennero bloccate sulla strada da agenti del Servizio di Informazione Militare, per poi essere stuprate, torturate, massacrate e gettate in un precipizio a bordo della loro auto, allo scopo di simulare un incidente.
Successivamente, il 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione numero 54/134, ha indicato il 25 novembre come data per la commemorazione della morte delle sorelle Mirabal, invitando i Governi e le organizzazioni internazionali a organizzare attività di sensibilizzazione contro ogni forma di violenza sulle donne.
“Oggi, purtroppo – dichiara l’avvocato Margherita Corriere, presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani, Sezione Distrettuale di Catanzaro-Cosenza -, le donne uccise e soggette a forme di turpe violenza sono ancora numerose: solo nel 2018 le donne uccise in Italia sono state oltre un centinaio e se consideriamo i dati dell’ultimo decennio sono circa duemila, di cui più del 75% hanno trovato il loro carnefice proprio all’interno della propria famiglia, che per tantissime donne non è un’isola felice, bensì un ambiente ostile dove spesso si consumano in silenzio violenze sia fisiche che psicologiche, che logorano non solo il corpo ma soprattutto l’anima di tante donne: una donna su 10 ha paura non di un estraneo o di un maniaco, ma dell’uomo che le sta accanto. Da un’accurata indagine sociologica è stato accertato che sono numerose le adolescenti a rischio di violenza: vengono denigrate, minacciate, insultate, manipolate, controllate sullo smartphone e picchiate dal fidanzatino anche ad una età inferiore ai 13 anni. Un fenomeno veramente allarmante”.
Importanti le normative che cercano di debellare la violenza di genere, tra cui il famoso recente Codice Rosso, che prevede tra l’altro l’introduzione di nuovi reati, sanzionando, ad esempio, il fenomeno del revenge porn (art. 612 ter c.p.). L’articolo 1 della legge 69/2019 interviene sul Codice di procedura penale prevedendo, a fronte di notizie di reato relative a delitti di violenza domestica e di genere che la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale; alla comunicazione orale seguirà senza ritardo quella scritta. Viene così integrato il comma 3 dell’articolo 347 del C.p.p. che prima prevedeva questa possibilità solo quando sussistevano ragioni di urgenza e per i gravi delitti indicati nell’articolo 407, comma 2, lettera a), da 1 a 6 (delitto di omicidio, reati di associazionismo mafioso o con finalità di terrorismo). Poi, l’articolo 5 parla di attivazione di specifici corsi di formazione per il personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Penitenziaria, che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria in relazione alla prevenzione e al perseguimento dei reati di violenza domestica e di genere e che interviene nel trattamento penitenziario delle persone condannate per reati di violenza domestica e di genere. L’articolo 9 interviene sui delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori, prevedendo l’aumento della pena per il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi con la reclusione da 3 a 7 anni: nel caso della fattispecie aggravata, la pena è aumentata fino alla metà; per il delitto di atti persecutori viene previsto l’aumento della pena con quella della reclusione da un anno a 6 anni e 6 mesi.
Questi i dati diramati dal Ministero Interno/Questure/Divisioni Anticrimine:
Nell’82% dei casi chi fa violenza su una donna non bussa, ha le chiavi di casa. Le donne che denunciano di avere subito una violenza di genere sono in aumento, dal 68% del 2016 al 71% del 2019.
I reati diminuiscono
- 16,7% di violenze sessuali;
- 2,9% di maltrattamenti;
- 12,2% di atti persecutori;
- 6,8% di percosse.
88 donne al giorno subiscono una qualche forma di violenza.
Nel marzo 2019 colpita 1 donna ogni 15 minuti.
- Vittime italiane 80,2%
- Autori italiani 74%
- Femminicidi 2019: nr. 95.
Alla base dei femminicidi: un’idea malata di possesso; gelosia; mancata accettazione separazione; mancata accettazione nuova storia. Arma da taglio è l’oggetto usato nel 36% dei casi. Nel 61% dei casi il responsabile è il partner.
Soggetti ammoniti ex art. 8:
- 90% italiani;
- 85% maschi.
Soggetti ammoniti ex art. 3:
- 75% italiani;
- 96% maschi.
Protocollo EVA, Esame Violenze Agite, per tutti gli interventi di liti in famiglia, raccoglie in banca dati informazioni utili a ricostruire episodi di violenza domestica, (primi 7 mesi 2019)
- Eventi 5036
- Arresti/denunce 107
- Allontanamenti 44
La violenza di genere è un problema di tutti, riguarda ogni regione d’Italia, non rileva la cultura, il censo, è un fenomeno trasversale.