“Temporeggiare per non eseguire”, sarebbe questa, secondo il capogruppo di minoranza Antonio D’Agostino (Movi@Vento), la politica adottata dall’attuale giunta guidata dal sindaco Giuseppe Marasco, nei confronti delle principali criticità comunali, ancora tutte sul tavolo tanto da poter affermare che per il caso “Nicotera” l’atteggiamento della maggioranza avrebbe conseguenze disastrose per la cittadina fino ad “affossarla”. Amministratori, quindi, chiamati a servire la comunità che, invece, piuttosto che “fare” preferirebbero ignorare, eludere i problemi.
“Si suole spesso dire – afferma D’Agostino – che solo chi non fa non sbaglia. In realtà tale detto non vale in tutte le situazioni e soprattutto nel caso di cui vogliamo parlare: di amministratori chiamati a servire la comunità che li ha eletti con il metodo del buon padre di famiglia. Venendo al caso del comune di Nicotera e all’esecutivo che lo guida, abbiamo ormai, come gruppo di minoranza, elementi sufficienti per affermare che l’attuale giunta, con alla guida il sindaco Marasco, su tutti i principali problemi e le decisioni deliberate dal consiglio comunale, usa la tattica del temporeggiare per non eseguire”.
Sarebbe stato così, per il consigliere, per la postazione 118 “che ha visto sorgere un comitato ad hoc – dichiara – poi trasformatosi in un tavolo tecnico a guida istituzionale? Non era stato dato proprio al sindaco Marasco l’incarico di attivarlo, nel corso del consiglio comunale aperto del 19 settembre scorso, alla presenza della direttrice dell’Asp di Vibo Valentia, che aveva peraltro offerto la propria disponibilità a portare avanti insieme tale sacrosanta battaglia? Non doveva essere lui a rappresentare lo stesso problema davanti alla conferenza dei sindaci riunitasi per ben due volte dopo detto consiglio? Non aveva – ancora e sempre lui – assicurato che avrebbe chiesto un incontro al commissario Cotticelli? E quali risposte ci ha dato il sindaco? Quali di questi impegni ha onorato? Nessuno”.
Ma non si tratterebbe solo del punto 118. Nella seduta del consiglio comunale svoltasi il 4 luglio scorso, il gruppo di minoranza, preso atto delle criticità tuttora esistenti sul fronte dell’inquinamento marino e dopo aver raccolto la disponibilità delle altre amministrazioni costiere, aveva proposto di costituire un tavolo permanente allargato ai sindaci dei comuni che vanno da Capo Barbi a Capo Vaticano. Anche questa delibera era stata approvata all’unanimità e al sindaco Marasco era stato dato il mandato di coordinare detto tavolo. “Malgrado ciò – evidenzia il capogruppo di Movi@Vento -, egli non aveva perso tempo a declinare l’incarico dirottandolo sul suo omologo di San Ferdinando che il 22 luglio, aperto il tavolo, lo aveva chiuso nello stesso giorno. A quel punto sono state le associazioni ambientaliste ad assumere l’iniziativa di costituirsi in un coordinamento al quale hanno dato il nome emblematico e programmatico di “Bandiera blu per il golfo”, invitando i sindaci dei sopra citati comuni. Dopodiché si sono succeduti ben sette incontri di cui, il penultimo, nella sala consiliare del nostro comune il 18 novembre scorso; in tale occasione, al sindaco Marasco, è stato affidato, ancora una volta, l’incarico di coordinare il tavolo congiunto tra i sindaci e le circa venti associazioni aderenti. Ora, a distanza di circa un mese, che notizie arrivano dal sindaco? Nessuna”.
L’identica strategia dell’insabbiamento sistematico, del temporeggiamento obliterante, continuerebbe e sarebbe stata messa in atto per la grave e ormai endemica questione dei rifiuti.
“In questo caso – afferma D’Agostino -, invece di procedere d’ufficio alla risoluzione del contratto per inadempimento come atto consequenziale all’atto di diffida inviato alla ditta Mea il 25 luglio, egli adotta ancora una volta l’espediente, in questo caso anche ipocrita, di affidare agli avvocati dell’ente (che lamentano di non aver ricevuto dagli uffici le carte necessarie) un verdetto già scritto nelle proteste formalizzate dai cittadini, nelle cronache dei giornali e, ancor di più, nel ricorrente spettacolo indecoroso del paese. E intanto i danni per l’erario comunale e per le nostre tasche continuano ad aumentare. A comprova di quanto diciamo, può essere utile fare un raffronto tra quanto succede nel nostro comune e quello, non molto distante, di Stefanaconi, dove opera la stessa ditta. Ecco in sintesi i dati certificati. Stefanaconi, 2500 abitanti, 724 tonnellate annue di rifiuti prodotti, 2 operai, esborso di 160.000 euro, raccolta differenziata 72%. Nicotera, 6.000 abitanti, 2400 ton/anno, 10 operai, spesa totale 1.060.000 euro (in bilancio 2020 € 1.116.000), raccolta differenziata 10%. E malgrado ciò, si continuano a foraggiare ditta e discarica, mantenendo nell’incuria e nell’indecenza igienica i nostri abitati. E in più appaltando ad altra ditta, per 5.000 euro, il servizio occasionale di pulizia della frazione Marina in occasione dell’appena trascorsa festa dell’Immacolata. Un servizio, quest’ultimo, previsto nero su bianco nel capitolato allegato al contratto con la MEA. Così come, nell’ultimo consiglio comunale viene deliberato a maggioranza di affidare i servizi cimiteriali, tra cui la pulizia delle aree, la cura del verde e lo smaltimento dei rifiuti ad altra ditta, sgravando ancora una volta la MEA di questo ulteriore obbligo di contratto”.
E allora diventerebbe quasi una provocazione (oltre che un tentativo maldestro di distrazione di massa), la ricorrente appropriazione indebita di meriti per l’ottenimento e l’utilizzo dei fondi arrivati a seguito dell’alluvione del 2018 o per l’edilizia scolastica.
“Quanto alla realizzazione del pozzo nell’area Santa Barbara – dichiara – all’avvio dei lavori di videosorveglianza o dell’ufficio postale in Marina, è noto a tutti che sono cose per le quali il Movimento 14 luglio si è battuto tenacemente in questi anni (come comprovato da verbali e cronache giornalistiche); e, per l’ottenimento di esse, il sodalizio non chiede certamente né medagliette né pennacchi. Ma il vero dramma è che i più importanti problemi del nostro comune rimangono tutti sul tavolo e sono quelli legati ai principali fattori di criticità che hanno portato al dissesto finanziario: esborsi assurdi per il servizio idrico e per i rifiuti; per i secondi abbiamo già detto. Per il primo è da mesi che raccomandiamo a sindaco e assessori, di attivarsi presso la regione, pretendendo l’osservanza dell’impegno assunto col Movimento 14 luglio al tavolo tecnico regionale, di velocizzare l’attuazione del progetto di ingegnerizzazione della rete idrica che avrebbe l’effetto immediato di eliminare le enormi perdite e migliorare la qualità dell’acqua. Ma l’elenco degli impegni elusi sarebbe ancora lungo…ricordiamo soltanto, dovendo chiudere, che nessuna verifica è stata ancora fatta presso la regione per assicurarsi che sia stato inserito nella programmazione delle opere lo scolmatore di piena da realizzare lungo l’emissario fognario del capoluogo e indispensabile per scongiurare altri allagamenti in Marina. Così come è diventata una storia infinita quella dell’attivazione di due importanti impianti di sollevamento: quello per lo scarico delle acque meteoriche nel fosso San Giovanni (senza il quale continuerà ad allagarsi soprattutto la zona Fosso della Marina) e l’altro a servizio della rete fognaria del quartiere Vasia del capoluogo, senza il quale i liquami continueranno a scorrere a cielo aperto fino a mare“.