“Cambiare per non capitolare”! Questa deve essere la nuova regola di vita di ognuno di noi, perché con il clima non si scherza! Se ne sono accorti scienziati di fama internazionale, che costantemente diffondono dati allarmanti. Se ne sono accorte le grandi potenze mondiali: si susseguono le conferenze internazionali (ultima la Cop 25 a Madrid), sebbene i troppi interessi economici siano un ostacolo difficoltoso da superare nell’abbandono delle fonti energetiche fossili. Ce ne accorgiamo noi, quando assistiamo a tempeste di una violenza mai vista, con venti forti e incontrollabili, piogge di fulmini, veri e propri allagamenti. Come quelle che stanno sferzando la Calabria con cadenza quindicinale, intervallate da giornate quasi primaverili. Il cambiamento climatico non è una favola, ne può essere uno strumento di propaganda!
Gli effetti sono sempre più evidenti e la brutta notizia è che la situazione non può migliorare affatto se non siamo noi a renderci parte attiva in questa guerra, difficile ma non impossibile. Il cambiamento è necessario:
♦ nei consumi, con acquisti più ecosostenibili e meno “modaioli”
♦ della dieta, con la riduzione (almeno) della carne a favore delle proteine vegetali
♦ con il risparmio energetico, evitando gli sprechi a vantaggio della sobrietà.
Questo è quanto possiamo e dobbiamo fare noi, e non è poco… ma gli amministratori pubblici non possono ignorare il problema!
Dall’ultimo sinodo svoltosi in Amazzonia, Papa Francesco ha parlato del “peccato ecologico”, commesso non solo da chi è direttamente responsabile dei danni cagionati a Madre Natura, ma anche da chi non si prende cura del creato, del quale, in quanto uomini, siamo custodi. Pertanto, noi della Change Destiny, organizzazione membro del Global Catholic Climate Movement, chiediamo al governo regionale della Calabria e a tutte le Amministrazioni Comunali calabresi, di dichiarare lo Stato di Emergenza Climatica, mettendo in atto in maniera concreta, tutte le azioni necessarie alla tutela del territorio e alla sicurezza dei cittadini –a due e a quattro zampe- per non dover continuare passivamente a fare la conta dei danni e dei morti.
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