Franca Falduto Responsabile Regionale Consulte Provinciali Studentesche in una nota scrive:
”Dario Antoniozzi ha rappresentato per me il modello virtuoso del miglior raccordo generazionale possibile che io ho esteso, nei lunghi anni trascorsi dal 1992, ai tanti studenti per i quali ho creato delle preziose opportunità di crescita all’insegna di valori davvero importanti. Aveva studiato proprio qui, a Vibo Valentia e fu questa fase della sua vita, il ricordo di un giovane studente del “Filangieri” che percorreva il corso Umberto I passeggiando con i compagni di scuola, in divisa come si usava all’epoca, a fare incrociare i nostri percorsi sulla scia di un fervente europeismo. E dell’Europa, Dario Antoniozzi parlava come fosse uno dei Padri Costituenti a me, giovane promotrice degli scambi internazionali nelle Istituzioni scolastiche grazie ai primi programmi della Commissione europea, e a quanti altri entrassero in contatto. Questo affascinava dei lunghi, ma inesauribili colloqui: il racconto di fatti storici da lui vissuti in prima persona nei luoghi e nei tempi in cui gli stessi si erano concretizzarsi segnando svolte storico-politiche che io, come gli altri, avevamo soltanto potuto leggere su libri e giornali dell’epoca”.
Continuando dice:”
Si poteva rimanere ad ascoltare per ore, nutrendosi empaticamente di tanta saggezza, umiltà, generosità, ironia ed equilibrio nel dire, nel raccontare, nel chiedere un parere: parlava di Aldo Moro mentre stavo seduta sulla stessa sedia sulla quale lo stesso grande statista si era trovato, a casa sua, durante un incontro segreto con il cardinale Poletti a cui aveva illustrato, prima di morire, il suo progetto politico sulle “convergenze parallele”. E poi raccontava della guerra civile spagnola, delle tante importanti iniziative politiche assunte durante il suo percorso nel ruolo di Ministro o Sottosegretario, tutte frutto di approfonditi studi, ricerche sul campo, confronti con Esperti finalizzati al voler proporre ed attuare provvedimenti legislativi che potessero portate benefici all’Italia ed alla sua amata Calabria. Egli avrebbe tanto desiderato contestualizzarla correttamente in Europa la sua regione ed anche per questa ragione organizzammo tanti incontri nelle scuole con i giovani a cui diceva che l’Europa ha senso e valore se riesce ad avere un ruolo politico e di pace. Ed i ragazzi, con i loro interventi, dimostravano che l’Europa che i giovani vogliono è un’altra, quella della cultura delineata da uomini lungimiranti come Sandro Pertini, Luigi Longo, Umberto Terracini, Pietro Secchia, Eugenio Colorni, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi nell’isola di Ventotene”.
Infine conclude:” Uomini di cui Dario Antoniozzi parlava come se fossero ancora vivi col desiderio di formare i nuovi cittadini europei partendo dal basso per far conoscere al numero più ampio possibile di giovani l’evoluzione storica dell’Europa, al fine di essere e sentirsi cittadini europei protagonisti, secondo quegli ideali che animarono gli ispiratori del Manifesto di Ventotene. Auspichiamo che la Calabria possa esprimere ancora Politici di tale spessore umano e culturale”.
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